Puglia- Calimera- La Chiesa di San Vito con la pietra forata, men-an-tol, ed il rito

Men-an-Tol  in Cornovaglia significava PIETRA FORATA. Nel Regno Unito  vi e´un sito archelogico famoso dove, ai tempi, le donne effettuavano riti per la fertilita´, gli uomini attraversavano il masso bucato per simboleggiare una seconda nascita e bambini malati stirandosi per passar sotto l´arco della pietra guarivano problemi alla colonna vertebrale o delle ossa. Come sappiamo queste credenze e rituali erano presenti in antichita´un po´ovunque. Il paganesimo, le sue credenze o culti si ramificarono e molte “cerimonie” si somigliavano incredibilmente seppur realizzate in luoghi distantissimi tra loro.

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In Puglia, vicino Lecce, c´e´ Calimera, un paese tra ulivi e vigneti dove e´palese il modo in cui la religione cattolica ha assorbito le tradizioni pagane per riproporle, in forma diversa e conservatrice alle genti al fine di soppiantarle.

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Nella Chiesa di San Vito, campestre, c´e´ un men-an-tol con un foro di 30 centimetri circa, ogni anno, a Pasqua la popolazione si ritrova a veder passare bambini e soggetti particolarmente magri attraverso per simboleggiare, putacaso, la Rinascita. Non e´casuale il periodo, primaverile, e neanche il significato attribuito di rigenerazione-resurrezione.

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La Chiesina e´ stata costruita nel bosco-sacro, dove c´era anche il cimitero, e´ stata eretta intorno al dolmen come a custodirlo, la sua forma squadrata ricorda quasi una cassaforte.  I suoi muri son protettori di questo masso che rappresenta l´utero e l´ombellico. La Dea – Madre ed il suo dono piu´ potente: essere genitrice.

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Di San Vito nella cappella c´e´un quadro: fu martire, da adolescente guari´il figlio malato di epilessia di Diocleziano. Egli e´invocato per  scongiurare la letargia, alcune forme di encefalite, tutela danzatori ed epilettici. Il suo simbolo e´la foglia di palma ma spesso e´raffigurato con una coppia di cani: si narra che un branco di questi avessero dilaniato un bambino ma che egli facendosi restituire i brandelli lo riporto´in vita.

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Nota Bene: La foto della Statua Di San Vito e´stata estratta da Wikipedia. La statua non e´nella Chiesa di Calimera.

Sicilia- Gole Alcantara, il convento di Francavilla, il suo herbarium e La Madonna che allatta (Virgo Lactans)

Provincia di Catania. Il parco fluviale dell´Alcantara sfroggia il suo strepitoso canyon in basalto formato in millenni di eruzioni e stratificazioni.

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Il minerale ha forme geometriche sorprendentemente precise che lo scrosciare delle acque rendono lucido e di un grigio lustro che meraviglia.

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La neve ed i ghiacci dell´Etna sciogliendosi si tramutano in  fredde cascatelle.

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Il vulcano, mastodontico e ciclopico domina con la sua grandezza il paesaggio. Nell´area son stati trovati dolmen allineati con costellazioni, resti archeologici legati al culto di Demetra ed incisioni zoomorfe di serpenti legati senza dubbio a quello di Afrodite.Tutto qui e´ascetismo puro. Si contempla, si ha la sensazione forte che gli elementi stiano ostentando la loro potenza.  Il vulcano, la sorgente , le colline coltivate di agrumi odorosi: l´insieme da alla testa, inebria, ubriaca.

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 Non stupisce che nel 1719 spagnoli e austriaci abbiano combattuto per conquistare il luogo. Non stupisce che nel cimitero presso il convento nobili casati abbiano le loro cappelle di famiglia e lapidi scolpite di struggente bellezza. Tombe su tombe con numerosi  simboli: angeli spadati, corvi e teschi, l´occhio della provvidenza filomassonico.

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Il convento dei cappuccini fondato nel 1570 ha un herbarium di piante officinali e una bella sagrestia in legno intarsiato.

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Ma e´dentro la chiesa che troviamo due opere interessanti:

1-              Quadro della Madonna che allatta

2-            Statua con la Vergine che calpesta il serpente dagli occhi umani.

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Il primo, in realta´posizionato ad angolo e non in bella vista, e´uno splendido GALACTOTOFUSA  ovvero di Madonna presentata a seno scoperto che allatta o sta per allattare il Cristo. Talvolta son rappresentate anche gocce di latte poiche´Maria e´madre di Gesu´e patrona di tutte le puerpere. L’iconografia è originaria dell´antico egitto, epoca in cui erano diffusissime le immagini della dea ISIDE che nutre il figlio HORUS, questo durerà fino ad influenzare il Cristianesimo. Addirittura molte statue di Iside furono ribattezzate o venerate come Madonne originali. Il Concilio di Trento vieto´questo genere di opere nude additandole come sconvenienti.

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La seconda e´una statua, solo se ci si avvicina si nota il corpo del rettile che si contorce sotto il piede della Madonna. L´animale possiede occhi non da rettile ma pupille umane. Fa impressione, ma il senso e´chiaro: Il male si traveste, diventa umano per tentare meglio.

Sicilia-Messina- La BADIAZZA o Santa Maria Della Valle. La Simbologia della Spiga di Grano e PROSERPINA.

Nei pressi del quartiere di San Michele, vicino a cio´ che resta della fiumara, c´e´ la Chiesa-Fortezza Badiazza.

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La Chiesa, per la sua stessa posizione, attira con forza magnetica. Ubicata solitaria tra ciotoli e su strada scoscesa ruba la scena a tutto il resto. Un blocco unico che fronteggia lo scenario selvatico che la circonda.

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L´edifico, secondo alcuni, fu restaurato dai normanni ma in origine era un eremo bizantino.  Importante fu per secoli, infatti la strada che la costeggia univa Messina a Palermo in tempi remoti. Era luogo di frontiera.

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Fu chiamata anche Chiesa di Santa Maria della Scala perche´un quadro con la Madonna che indica i gradini per giungere in paradiso era esposto dentro la cappella, questo fu considerato particolarmente miracoloso dai reali che concessoro, alla Madre Badessa di graziare un condannato a morte ogni anno.

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Durante il regno di Federico II D´Aragona un fiera annuale di 15 giorni veniva allestita nella piazza adiacente alla Chiesa: prodotti locali e manufatti di artigianato venivano smerciati alle carovane di commercianti ed alla popolazione della contrada.

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La chiusura dell´edificio e la decadenza del monastero avvennero dopo il concilio di Trento, con la clausura obbligatoria delle suore. Da allora restauri di opinabile qualita´vennero svolti ma chiesa e struttura sono per lo piu´ abbandonate a se stesse. L´interno presenta capitelli con simboli di un cristianesimo ancora legato ai culti terragni delle popolazioni agricole. Rapaci notturni, spirali, spighe di grano son ben incisi sulle sommita´di alcune colonne.

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La Spiga, in araldica era usata proprio per testimoniare famiglie dalle abbondanti richezze dovute al lavoro ed al rispetto, il chicco di grano invece rappresenta colui che e´ stato miracolosamente salvato tra la folla. In contesto esoterico e religioso invece il grano e´la RINASCITA, l´arrivo della PRIMAVERA dopo l´invero ed e´ legato al culto di Proserpina, KORE.

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Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell’Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna fu regina degli Inferi. Dopo che la madre ebbe chiesto a Zeus di farla liberare, poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all’anno ancora con Plutone. Ecco l’alternarsi delle stagioni. La spiga di grano e´associato a lei.
Il seme ogni anno muore per rinascere a nuova vita salvando l’uomo dalla morte per fame.
Nella Bibbia, nei Vangeli questa pianta diventa simbolicamente alimento per l’anima.
Il pane ottenuto dal grano diventa il corpo stesso di Cristo.

 

Toscana-Lucca * Villa Marlia- Il padiglione del Dio Pan e l´Edera rampicante.

Il lucchese e´stracolmo di ville baronali e casolari nobiliari. Tutte presentano un giardino esteso per ettari ed ettari e un palazzo spesso privo di balconate ma con decine di finestre che affacciano su boscose aiuole. Le ville piu´grandi presentano piscine, ruscelli, pescherie. Villa Marlia e´la piu´ regale. Ci soggiorno´la sorella di Napoleone la quale fece costruire padiglioni secondari e fece allargare il parco. Non mi soffermo sulle dinastie o gli intrighi di famiglia ma su un particolare ben preciso della struttura.

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Elisa Bonaparte fece, ai tempi, popolare il giardino da daini e pecore e fece ergere il palazzo vescovile. La cosa curiosa e´che attiguo a questo, cattolica residenza, c´e´(e non fu mai ne modificata ne demolita), la grotta artificiale dedicata al Dio Pan.

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La consanguinea di Napoleone si affaccio´a studi di simbologia ed ai classici greci, del resto era una discreta mecenate che si attornio´di musicisti e teatranti, percio´il suo giardino ne rispecchia la mentalita´. La presenza di edera e´ovunque, su muri, pareti, scorrimano: essa era la pianta Dionisiaca per eccellenza, la sua resistenza rappresentava la tenacia o, al negativo le tentazioni che si ramificano nel cuore umano. Viene considerata protettrice degli innamorati che regalandosela si dichiarano fedelta´e attaccamento accorato.

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Il casolare-ninfeo, chiamato antro di Pan, ha una parte esterna quadrata con fontanella centrale, conchiglie e ciottoli. Una rosa dei venti sul soffitto e´ ben visibile sopra la fontana innanzi all´ingresso della grotta. Questa ha pianta circolare e tra volti e sagome di animali spicca centrale Pan con zoccoli e tratti ferini.

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tra il 600 e 700 e´spesso scolpito in luoghi del genere perche´essendo mediatore tra uomo e natura nei giardini la sua presenza diventa necessaria.  Volentieri massoni e confraternite lo inseriscono nei loro possedimenti terrieri insieme ad altri personaggi o emblemi per incrementare la suggestione dei loro parchi.

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Pan e´creatura biforme, meta´uomo meta´animale, le sue mani tengono strumento musicale e verga rappresentando cooncordia e discordia del cosmo e le zampe caprine son riferimento all´animale che con celerita´riesce a scalare vette in bilico su precipizi, metafora della condizione umana: l´uomo si arrampica durante la vita in terra per tornare poi gravitazionalmente ad essa morendo ed il ciclo riparte.

 

 

 

 

Sicilia-Scicli- Il Cristo di Burgos (Crocifisso con gonna) e la Madonna delle Milizie guerriera

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Scicli non e´da molto patrimonio Unesco. La cittadina, di ridotte dimensioni e seminascosta in una valle venne rivalutata inizi 2000. Prima era considerata seconda alle piu´grandi Modica, Noto e Ragusa. Scicli e´non solo caratteristica per i palazzi barocchi e le tante chiese, ma per via di viuzze e vialetti romantici e pittoreschi. In piu´Scicli e´preziosa perche´custodisce due rarita´: tra le case ricche di putti, tortiglioni e spirali baroccheggianti possiede, in due chiese diverse, due opere meravigliose.

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1-Il Cristo di Burgos nella chiesa di San Giovanni Evangelista.

2-La Madonna Amazzone nella chiesa Madre.

 

Il Cristo in gonna e´un dipinto dal fondo scuro dove il crocifisso indossa una lunga sottana merlettata bianca. Sotto i suoi piedi, sempre chiarissimo a contrasto con il resto, un uovo di struzzo.

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Ritrarre Gesu´in veste cardinalizia fa parte di una corrente artistica spagnola. Cio´che e´interessante e´che, come molti confermano ma non e´del tutto verificato, l´intenzione non e´coprire le nude ferite del Cristo o omaggiare il sacerdozio palesandone le vesti, ma, sapere che ruotando il quadro le braccia del Cristo formano la base di una coppa, la gonna proprio il SACRO GRAAL. Di qui tutta una serie di teorie affascinanti che si sommano al simbolo dell´uovo di struzzo.

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Esso e´considerato il piu´perfetto per la sua curvatura e consistenza. Ma cosa accomuna Gesu´all´uovo di questo preciso animale? Nel medioevo fecero un´associazione simbolica, poiche´lo stuzzo per far schiudere le uova usa il calore del proprio sangue, sempre con il sangue Cristo libero´tutti i credenti dal peccato riportandoli a nuova vita.

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La Madonna delle Milizie e´ la protettrice di Scicli. Fa strano vedere questa statua dove energicamente la Vergine sguaina la spada. La tradizione narra di come le genti di Scicli insieme ai normanni riuscirono a far retrocedere l´invasione saracena. Pregaro per avere appoggio divino e la Madonna apparve loro, secondo alcuni come guerriera in groppa ad un destriero, secondo altri su una nuvola luminosa. L´ultimo sabato di maggio vi e´la festa per celebrare la vittoria. Questa apparizione mariana ha connotati atipici poiche´raramente la piena di grazia appare armata. Si avvicina piu´ad una dea fornita di scudo di antico credo politeista greco o romano, Minerva o Atena ad esempio.

 

Provenza- Eygalieres- Il Giardino dell´Alchimista, i simboli della villa e le piante medicamentose. IL PERCORSO DEGLI ALCHIMISTI

Il sud della Francia e´terra di occultismo e magia come poche. Qui, si narra, giunse e mori´ Mariamaddalena, nacque Nostradamus, fondo´un paese uno dei re magi, streghe e stregoni abitarono i dintorni di Marsiglia. Se per streghe e stregoni si intendono gli erboristi ed alchimisti del passato cio´ha una logica: la Provenza grazie al suo clima favorisce il germogliare di erbe e spezie medicamentose. L´atmosfera stessa e´satura di profumi e fragranze. Pollini ed essenze colpiscono l´olfatto e danno vigore e lucidita´mentale (a chi non soffre di allergie ovviamente) . Un luogo dove l´aromaterapia e´nell´aria perennemente, trasportata dal vento e dalla brezza.

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A EYGALIERES c´e´il GIARDINO DELL´ALCHIMISTA. Uno dei piu´rinomati d´Europa poiche´non e´una classica meta turistica ma e´dimora di privati che si son attivati per riportarlo in auge. I coniugi DE LAROUZIERE infatti contattarono studiosi e chimici per ricreare il giardino-laboratorio quando, comprando la villa del 500, si accorsero che nelle sale vi erano simboli e statue che richiamavano concetti biblici, pagani, arcani.

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Dopo uno sguardo all´esterno del castello ed al pozzo si entra nel giardino, percorso iniziatico, attraverso un piccolo labirinto di siepi che formano giustoappunto la parola BERECHIT la prima della Bibbia.

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Gli alchimisti cercavano la pietra filosofale. Metafora per indicare non la formula per tramutare il piombo in oro ma il miglioramento di se´.  Questa ricerca e´ basata su tre percorsi, NERO-BIANCO-ROSSO. Il garden quindi si sviluppa con un sentiero ben preciso ricco di segnali astronomici e aritmetici, con cui un tempo gli alchimisti occultavano i loro progressi alle menti non degne. Dopo un orto di erbe e piante officinali,  in aiule con appositi cartellini di spiegazione, ci si addentra nel viottolo nero, dove fiori e arbusti scuri rappresentano la nascita, ovvero quando l´essere umano e´puro e grezzo al contempo.

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In seguito ci si addentra nella zona bianca, dove un vero mare di petali bianchi ci avvolge fino a disorientarci quasi: questo rappresenta il periodo dell´affettivita´e delle scelte.

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Ultimo stadio e´quello della saggezza e consapevolezza, il rosso. Un corridoio di flora bordoux ci fa giungere alla fontana a forma di stella a sei punte. La stella di Davide con cui si controlla e ci si protegge dal male in tutte le sue forme e si attrae il bene, in alcune teorie essa rappresenta la venuta del Messia ed e´conosciuta come stella dei re.

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Sicilia- Cava d´Ispica- Abitazioni, ipogei, oratori sacri pagani e non.

Cava d´Ispica e´un canyon, 14 km che tra Ragusa Modica e Ispica offre all´escursionista la possibilita´ di visitare cave, abitazioni rupestri e ipogeni di eta´antichissima. Il percorso in alcuni tratti e´angusto e solo con una guida esperta e´ consigliabile avventurarsi. I sentieri turistici son comunque esaurienti per un tour archeologico di notevole fascino.

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Son state abitazioni ma anche sepolcri e anche oratori monastici, infatti la “grotta dei santi”, una delle piu´ visitate e famose presenta raffigurazioni sacre nelle pareti. In preistoria gli insediamenti furono molti poiche´ la gola era un luogo per difendersi e nascondersi da nemici o predatori. Con il tempo, a rafforzare il tutto, alcuni sbarramenti furono costruiti dai Siculi per meglio tutelarsi dai pericoli esterni.

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Il fiume sul fondo della cava forniva acqua in abbondanza per persone, animali e vegetali. Il torrente Pernamazzoni infatti e´importante a livello etimologico perche´Ispica potrebbe significare “verso le sorgenti” ed un tempo probabilmente era un corso d´acqua navigabile. Edera, salvia ulivo e borraggione son le piante piu´ comuni mentre lepri, volpi, gufi, bisce e vipere son la fauna locale. La parte funebre e´stata studiata e ristudiata perche´fornisce una carrellata di cimiteri di svariate epoche: con tombe “a forno” sicule, catacombe cristiane, ipogei bizantini.  Notevole e ben conservato e´ il Ginnasio con antiche iscrizioni allo scopo di riservare i posti a sedere degli anziani in luogo differente da quello dei giovani. 

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Le “grotte cadute” sono uno splendido esempio di come internamente, tramite scale a pioli, gli antichi, potessero spostarsi su piu´livelli. Scavando crearono veri condomini e palazzi rupestri.

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Sicilia- Valle D´Agro´- La Chiesa SANTI PIETRO E PAOLO, Il Quadro degli ARCANGELI nella Chiesa della Santissima TRINITA´e le interpretazioni.

La Valle D´Agro´per i panorami incredibili sulla costa e la vegetazione intervallata da fiumare fu spesso assediata o considerata luogo favorevole per edificare palazzi di culto. Oggi parecchi registi riprendono scorci o sfruttano come location i paesi della zona. Lo stesso Coppola giro´intere scene del Padrino, suo capolavoro, in questi posti collinari e spesso gli spot hanno come sfondo vie e viuzze dei villaggi poco caotici di questa fetta di Sicilia.

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La meraviglia architettonica, forse l´esempio meglio conservato di struttura basiliana in Sicilia e´la Chiesa dei SANTI PIETRO E PAOLO.  Fu finanziata da Ruggero II allo scopo di carpire la benevolenza degli abitanti del posto. Risulta una basilica risalente per forme, mattoni e struttura ai primi secoli dopo il mille.

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Granito, arenaria e pietra lavica formano un terzetto gradevole alla vista. Le tre navate e la cupola centrale che tende a restringersi verso l´alto illuminata da 8 finestrelle son subito evidenti.

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Percorsi non agibili erano un tempo praticabili tramite scale. Infatti la Chiesa possiede terrazzamenti da cui i monaci potevano avvistare il pericolo.

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Il paese FORZA D´AGRO´ ha svariate Chiese, un castello e piazze, ci soffermiamo sulla basilica della SANTISSIMA TRINITA´ dove un quadro ha fatto insorgere teorie e argomentazioni teologiche. Il culto degli ANGELI, infatti, e´controverso e dibattuto. La Chiesa dopo una breve scalinata, subito dopo l´ingresso ha una tela raffigurante i 3 ARCANGELI e ABRAMO. I tre seduti ad un tavolo guardano Abramo e uno di loro indica l´alto.

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Gli Angeli sono considerati messaggeri, guerrieri divini o, per altri e scettici, entita´neutrali. Una minoranza neanche crede in loro. Tre sono gli Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. Tre e´il numero della Trinita´. Tre sono gli aspetti su cui loro vigiliano: la lotta al male, la cura psicofisica, la comunicazione tra l´uomo ed il divino. Abramo da ospitalita´ai tre uomini non sapendo che fossero Angeli “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). Abramo nella narrazione si rivolge pero´come fossero uno solo (al singolare) e percio´Dio Stesso. Si deduce che Loro sono la volonta´di Dio resa manifesta. Per cui, se i tre Arcangeli son considerati individualmente o nel loro insieme il dipinto, che haime´e´una copia dell´originale, nella chiesa della SANTISSIMA TRINITA´e´simbolicamente rilevante.

Sicilia- Tindari- Il Santuario e la Madonna Nera, il teatro, la grotta di Donna Villa e i Laghetti di Marinello.

 

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Si trova in cima ad un colle, a strapiombo sul mare, il Santuario del Tindari. E´una struttura particolarmente variopinta e ricca di abbellimenti dorati che attirano e irradiano la luce del sole dall´alba al tramonto. Una costruzione pluricromatica che contiene all´opposto la statua nerissima della Madonna con bambino.

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Il culto delle Madonne nere particolarmente legato a Iside e alle divinita´corrispondenti in paganesimo alla Dea Mater e´molto vivo: sia in Italia che all´estero centinaia di queste splendide statue e icone son mete di pellegrinaggio (SI PUO´LEGGERE A TAL PROPOSITO ANCHE L´ARTICOLO PROVENZA-VILLAFRANCHE SUR MER). Le Madonne Nere vuoi per il loro colore brunastro, vuoi per l´origine orientale di alcune di esse riportano alla mente l´idea della fecondita´terrestre. Quella di Tindari nel suo splendido basamento sorretto da Angeli in volo presenta pure la citazione biblica, dal Cantico dei Cantici, Nigra Sum Sed Formosa. 

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Il santuario, non ci sono dubbi, fu costruito dove prima c´era un tempio dedicato a Cerere e nella stessa Chiesa, dietro l´abside vi  e´un mosaico che attesta l´esistenza di questo e di come gli abitanti della zona erano devoti a Cerere.

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Ma non solo: nel museo presso gli scavi archeologici poco distanti dalla Chiesa son esposte piu´statue che per sagome sembrano Dee e una moneta con la testa di Cerere coronata di spighe. Degno di nota e´il teatro con la sua splendida acustica e dove un tempo si esibivano raramente anche gladiatori.

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Dalla balconata innanzi il Santuario si possono ammirare i laghi sottostanti. Bellissimi come posizione e come forme cambiano a secondo delle maree e delle stagioni. Pare che uno in particolare ricordi pero´ da sempre il profilo della Madonna con bambino. La leggenda narra di una madre a cui cadde il bimbo dalla rupe, miracolosamente questo fu salvato dalla Vergine che creo´ subitaneamente gli stagni.

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Altre leggende circolano nella zona

1-  La statua della Madonna Nera fu abbandonata da una nave arenata nel mezzo di una tempesta, questa dovette cedere la statua per poter ripartire.

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2- La grotta di Donna Villa: questa si addentra nella sommita´del monte, ricca di cunicoli, le pareti appaiono graffiate e percio´ dicono che fu abitata da una strega maliarda che, subita una delusione d´amore, attirava a se´i naviganti per poi ucciderli. La grotta in questione e´ difficile da raggiungere ma nei pressi dei laghetti si puo´visitare una galleria molto evocativa, e che forse fu la prima tana della selvaggia maga.

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TOSCANA- Vergemoli- Eremo CALOMINI, La grotta del Vento e la simbologia dell´Orso.

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La Garfagnana e´terra di boschi, torrenti e paesi medievali. In questo incantevole scenario c´e´ una struttura degna di nota. Incastrato, e in gran parte scolpito nella roccia, si eleva l´Eremo di “SANTA MARIA E MARTIRI” . 

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Pellegrini e credenti usavano raggiungerlo a piedi tramite tortuose vie di montagna. Vederlo a distanza fa il suo effetto cosi´ addossato allo sperone roccioso. La parte piu´ antica e´una grotta votiva con la statua della Vergine, la sacrestia con i mobili intarsiati e le cellette degli eremiti ricavate a colpi di scalpello. La chiesa postuma e´comunque pregiata con il colonnato che da sulla vallata e le opere d´arte che ne abbelliscono la navata addentrata per 20 metri nella montagna. Suggestiva.

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 Suggestiva e´ anche la leggenda sulle sue origini: una bimba giocando scopri´la statua della Madonna che fu portata nella chiesa del vicino paese. Ma questa statua di notte scomparve e fu ritrovata nella grotta dove era stata scoperta in precedenza. Da cio´si dedusse che quello era un Sacro Luogo.

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Papa Pio VII concesse a tutti i pellegrini che si confessarono e si confessano nel sacro luogo l´indulgenza perpetua.

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Gli eremiti per loro volonta´si isolano dal mondo, dopo l´anno mille in Toscana numerose piccole comunita´ di questi fiorirono. L´eremo di Calomini fu citato in alcuni documenti del 1300. Vicino all´Eremo, per turisti e non, vi e´ pure un´allevamento di trote e prodotti di agricoltura biologica, il farro della zona e´medicamentoso.

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Poco distante dall´Eremo merita una visita la GROTTA DEL VENTO: Se prima pregando la Vergine si e´purgata l´anima esplorando il ventre della montagna con un´escursione si purga il fisico e ci si connette con Madre Terra. Questa Grotta, chiamata del Vento perche´correnti interne fuoriescono come uno sbuffo quasi costante dalla gola della grotta, un tempo era abitata da orsi. Ossa e dentature sono state ritrovate.

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L´ORSO che popolava insieme al lupo la garfagnana ha parecchie valenze simboliche e folkloristiche. Anticamente associato alla Dea Artemide e´bestia legata alla luna. Si dice che se i primi giorni di Febbraio questo, affacciandosidalla tana vede luna calante non ritorna in letargo perche´ l´inverno cessera´a breve, al contrario se vede luna crescente rientra in tana per proseguire altri 40 giorni il proprio riposo.

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Orsi e lupi in questa fase dell´anno per aver caccia piu´ facile scendevano quasi fin dentro ai paesi per trovar pollai e recinti con bestiame, quindi l´uomo ne aveva particolare timore e rispetto. Infatti in molte regioni durante il CARNEVALE c´e´ un Orso ammaestrato o un uomo travestito da questo che sfila o viene simbolicamente ucciso dalla popolazione in festa, o balla con le fanciulle. Questi gesti rappresentavano l´arrivo della primavera e la cessazione della rigidita´invernale, cosi´come la rivincita dell´uomo e della vita sulla morte. L´Orso e´un animale totem presso gli indiani d´america e gli eschimesi considerano particolarmente sacro quello polare dal niveo manto.