Marche – Camerano & Osimo i villaggi-labirinto sotteranei. Il culto di Mitra e la Fontanina della Fata.

Camerano e Osimo son due paesi ridenti e misteriosi in provincia di Ancona. Ubicati su colline dominano le vallate. Oltre monumenti interessanti architettonicamente cio´che li rende famosi sono i labirinti sotteranei che si snodano nel sottosuolo fin oltre i confini dell´abitato.

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Questi, ipogei che dopo anni di studio continuano a sorprendere, sono tentacolari nel sottosuolo, una vera ragnatela.

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Alcuni ingressi combaciono perferttamente con punti strategici delle citta´. A Camerano con la chiesa di San Francesco che si pensa costruita dallo stesso durante il suo viaggio verso terre Orientali. Altri sbocchi son nelle ville baronali e anche nella Chiesa adiacente al Castello. Analizzandole e restaurandole sono risultati ben visibili decori e scritte che rimandano a simboli esoterici e religiosi. Le grotte furono usate come rifugio durante le guerre mondiali, le popolazioni vi trovarono riparo durante i bombardamenti. 

ingresso

Nei secoli antecedenti sono state sfruttate dai Cavalieri Templari e dalle logge massoniche per i loro incontri o riti d´iniziazione. In alcuni periodi di carestia furono invece silos e magazzini, in altri cantine per botti di vino pregiato. Sono ricche di mistero e testimonianze, che si sono sommate e moltiplicate nei decenni; ci si imbatte in altari, croci, date, grotte dall´acustica perfetta, colonnati. Uno dei vani, il Camerone, in tempi remoti probabilmente e´stato tempio di culto per il Dio Mitra.

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Mitra solitamente e´ raffigurato nell´atto di uccidere un toro e il suo culto era riservato a pochi eletti di sesso maschile e svolto in caverne e antri privi di finestre, una religione misterica di grande importanza che si diffuse nel periodo romano. Un´altro stanzone presenta 8 raggi che si incontrano al centro di una volta, con una stella al loro incontrarsi. Questa e´ la sala che piu´e´collegabile alle tradizioni massoniche poiche´ presenta una simmetria che non appare coincidenza casuale. Una delle grotte che rimane impressa visitandola e´quella a forma di croce egizia con acqua che scende sgocciolando per la stessa inclinazione di tutta la struttura, e´ da specificare che nel culto di Mitra e´fondamentale la presenza di una fonte purificatrice.

acquasala

Si pensa che queste grotte siano state scavate e abitate, si crede che le popolazioni sfruttassero l´esterno periodicamente per commerciare o procurarsi il cibo. Solo successivamente costruirono i due paesi in verticale sopra di esse. In teoria la temperatura costante data dal tufo, per tribu´poco civili doveva rappresentare una valida soluzione e rendere i cunicoli abitabili.

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Di recente alcuni team di studiosi si son soffermati perche´urla ed echi inquietanti si odono nelle gole, sospettano di presenze alterate dal turismo, di fantasmi infastiditi. D´altro canto ad Osimo il palazzo Baldeschi Belleani presenta una finestra sempre aperta che si dice appartenga ad un piccolo antro dove e´stato rinvenuto lo scheletro di una donna, di cui lo spirito ancora infesta il luogo.

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All´uscita del paese di Camerano vi e´, in condizioni trascurate, la “Fontanina” che fino al 1889, anno in cui fu costruito il primo acquedotto della zona, era l´unico pozzo esistente. E´ molto caratteristico con piu´ vasche dove le lavandaie usavano insaponare il bucato. Si narra che una fata abita e custodisce la fonte, donne e uomini non osano avvicinarsi dopo il tramonto per non turbarla durante il suo bagno. Alri invece narrano che questo fu il sinistro teatro di un delitto passionale.

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SICILIA- RAGUSA-CASTELLO DONNAFUGATA; I SUOI SIMBOLI E IL SUO LABIRINTO

Ci sono in Italia migliaia di castelli e residenze baronali intorno alla quale ruotano leggende e storie di intrighi. In Sicilia vantiamo la dimora “Donnafugata”, questa costruzione fu edificata dove prima, proprio in origine, vi era un caseggiato arabo. In principio il nome era “Fonte Della Salute” poiche´ vi erano acque che irrigavano naturalmente la zona.

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Il castello e´stato eretto in piu´fasi, esteso intorno ad esso vi e´il parco lussureggiante: anche questo e´stato ampliato nei secoli come la struttura stessa. Qualche cantastorie si e´dedicato ad amplificare il fascino della reggia narrando di fantasmi e storie d´amor proibiti nati tra le stanze ed il cortile della residenza. Bianca di Navarra durante le notti si manifesterebbe, l´ectoplasma cammina nei corridoi e quando non  c´e´ il suo spirito, a correre tra scalinate e  giardino c´e´il fantasma di Clementina Paterno´che cerco´ di fuggire dal castello per vivere con il suo amante ma fu scoperta, inseguita e ricondotta nel maniero.

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Corrado Arezzo, che eredito´ la proprieta´ fu colui che diede alla struttura un valore esoterico. Continui richiami a simboli e miti sono evidenti, non celati. Corrado Arezzo era nobile e intellettuale, si accosto´ all´occulto e durante i suoi gala´ stupiva gli ospiti con enigmi e test, non a caso fece realizzare il labirinto in pietra che occupa gran parte del giardino e la sala degli specchi dove le illusioni ottiche creano distorsione d´immagini. Fu lui a decidere come alcuni affreschi dovevano abbellire le sale con segni zodiacali, melograni e pavoni.

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Fu lui a far erigere un tempietto-gazebo con la volta stellata e fu sempre lui a decidere che statue di Ercole e Minerva dovevano essere posizionate all´ingresso. Fu ancora lui a voler che fosse scavato un minitunnel e a voler che gli alberi, secolari e dai rami contorti, in punti strategici ombreggiassero i vialetti.

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Il labirinto fu usato spesso dai nobili come gioco collettivo, per divertirsi durante le serate estive, ma non per questo deve essere svuotato del suo significato simbolico, perdersi per ritrovarsi. Superare il bivio, l´ostacolo e trovare il centro, il cuore, per ritornare all´uscita saggi e sapienti. Percorso iniziatico per eccellenza dal mito del Minotauro in poi.

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Il pavone invece e´animale che in epoca romana veniva cucinato durante i banchetti, in seguito i suoi mille occhi nel piumaggio rappresentarono l´onniscenza divina o ancor meglio il cosmo e lo spazio percio´in oriente fu ritenuto sacro. Furono coniate monete con incisa la sua sagoma e in Europa veniva regalato alle cortigiane perche´bellezza e vanita´erano associate e quindi ebbe valenza negativa, il potere seduttivo del male. Nel Burlesque spesso si usa indossare copricapi e ventagli con  piume di pavone che servono ad accarezzare e ammaliare.

SICILIA- RAGUSA – LA CHIESA DI SAN GIORGIO ED I RESTI DI COCCODRILLO.

La Sicilia era un pezzo d´Africa e se a Siracusa si lavora il papiro non stupisce che nel ragusano potessero esserci coccodrilli. Evidentemente il clima e´favorevole ad entrambi.

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In Egitto il coccodrillo era considerato un animale Sacro. SOBEK aveva testa di coccodrillo e assicurava la fertilita´della zona del Nilo che con il suo Limo concimava la terra, la sua spietata voracita´lo rendeva comunque temibile. In seguito il coccodrillo, durante il medioevo, venne  associato al solo male. Fu sinonimo di Ipocrisia e lo chiamavano drago di terra. Affascinava le genti la sua forte corazza squamosa ma il suo strisciare nella melma e la sua aggressivita´letale gli diedero significato di dannazione. Un unguento si traeva dalle sue viscere per creare un belletto per donne e teatranti e cio´ rese l´animale ancora piu´colpevole di agevolare il lato “falso” e “artefatto” delle cose. Il male che si nasconde nei dettagli, il male che si traveste per sedurre gli innocenti. San Giorgio e´raffigurato nell´atto di uccidere il Drago per riaffermare verita´e giustizia.

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In Italia piu´chiese hanno, in bella mostra, appeso sul soffitto un coccodrillo imbalsamato in segno di resa del male nella casa di Dio. Come i coccodrilli arrivarono in Italia non si sa, si pensa importati dagli arabi, in Sicilia comunque sono molte le storie su questo rettile che avrebbe attaccato persone e animali, decimando pascoli e mandrie. A Palermo, nel rione del suo famoso mercato, un coccodrillo impagliato e´attrazione turistica ormai nota.

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La Chiesa di SAN GIORGIO a Ragusa,splendido e incantevole esempio di Barocco Siculo, prima del terremoto del 1693 era al confine est dell´abitato dove ancora e´presente il portale con la sua decorazione.

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Nel 700 fu trasferita dove si ergeva la chiesa di San Nicola e rimase vivo il culto di SAN GIORGIO, il 23 Aprile ogni anno un enorme coccodrillo meccanico viene trasportato in processione per ricordare l´eroico Santo che lo sconfisse.

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In Chiesa si suppone siano stati trasferiti anche le ossa ed i resti di questi animali che secoli prima avevano invaso le campagne Ragusane.

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SARDEGNA-DORGALI- I SACRIFICI UMANI E LA GROTTA di ISPINIGOLI

Non mi dilungo su quanto la Sardegna sia piu´che un´isola un continente a se. I suoi riti, la sua storia son singolari, inediti, percio´il ripercorrere alcune loro ancestrali tradizioni (a volte importate da fenici o da altri colonizzatori) e sopravvisute a lungo torna utile al fine di conoscere questa terra un po´meglio. Molta documentazione attesta che la pratica di sacrifici umani era usuale. Di due tipologie: Il GERONTICIDIO e L´IMMOLAZIONE DELLE VERGINI. La grotta di ISPINIGOLI e´ un luogo dell´isola dove i pastori trascorrevano le notti per far riposare il gregge ma dove gli archeologi fecero importantissime scoperte per quanto concerne l´immolazione delle fanciulle in eta´arcaica, probabilmente nuragica.

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Il primo-GERONTICIDIO- si verificava quando un capo tribu´o un personaggio influente superata una certa eta´doveva essere sacrificato. In questo modo le sue energie e la sua sapienza venivano trasmesse a colui che compiva il rito, la maggioranza delle volte il figlio maggiore. Infatti, all´opposto, morendo di morte naturale la saggezza e la consapevolezza del vecchio sarebbero svanite, andate perdute. Si dice che il termine SORRISO SARDONICO derivi da queste esperienze. Colui che veniva sacrificato e il suo “boia” dovevano prima inghiottire un intruglio composto dalla macerazione delle foglie di una pianta tossica facilmente reperibile nel SUPRAMONTE sardo, (una pozione che stirava i lineamenti in un grottesco sorriso che ironizzava sulla vita e sulla morte), dopo i due dovevano risalire la montagna e il giovane tramortito l´anziano lo spingeva nel dirupo. L´erba in questione si crede sia la OEMANTHE CROCATA (fonte: Sardegna esoterica-Gianmichele Lisai-edizioni Newton)

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Il secondo rituale-IMMOLAZIONE DELLE VERGINI- era di tipo propiziatorio, le vittime erano giovinette in puberta´o adolescenti (le ossa e i gioielli ritrovati son testimonianza di questo). La GROTTA DI ISPINIGOLI o ABISSO DELLE VERGINI era il luogo ideale. E´ una cavita´ profonda una quarantina di metri con una stalagmite di 38 metri che per le popolazioni primitive sicuramente rappresentava una divinita´ o il simbolo fallico nell´atto di fecondare la Madre Terra. Non sconvolge se si immaginano questi individui nell´atto di scoprire, magari facendosi luce con una torcia rudimentale, questa pozzo umido con questa monolitica colonna centrale.

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Le ragazze, e si pensa anche le adultere, dopo una cerimonia nella quale venivano ingioiellate, si incamminavano con il seguito della tribu´ fin all´interno della gola e spinte nella voragine buia. Il loro urlo riecheggiando doveva confermare la riuscita del rito. Altri credono che venissero calate con una fune e lasciate a morir di fame e di sete. Questo si suppone perche´gli scheletri ritrovati non sempre hanno presentato ossa rotte. Il museo di Dorgali contiene svariati reperti.

 

 

SICILIA-MESSINA- SANTA EUSTOCHIA- I MIRACOLI E LE TORTURE DEMONIACHE

Si dice che fu musa di ANTONELLO DA MESSINA e ritratta nel suo quadro “L´ Annunziata”

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Esmeralda Calafato nacque nel marzo 1434, non era di umili origini e la sua bellezza interiore ed esteriore la contradistinsero dalla maggioranza delle sue coetanee. La famiglia cerco´ di spingerla verso nozze vantaggiose ma ella si oppose dichiarando la sua vocazione.

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Si narra che le forze del male sotto mentite vesti la torturassero per farle cambiare il suo percorso talare, subi´notturne percussioni mentre di giorno fu spinta piu´volte contro rami di fichi d´india per sfigurarla e, vicenda testimoniata, sue conoscenti di malvagio carattere tramarono per terrorizzarla e non farla arrivare in se´alle funzioni in Chiesa.

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Ella, tenace e fiduciosa, riusci´ad entrare nell´ordine delle Clarisse, monache di clausura. Il suo sogno di creare un monastero in Messina dopo mille peripezie si realizzo´e fondo´ quello di “Montevergine”. 

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Anche in questa sede fu presa di mira dalla potenza demoniaca che le inflisse pene che la sfinirono, ma mai si arrese, anzi combatte´con la preghiera e attuo´ piu´ di un esorcismo su giovani donne indiavolate. Una ragazza di San Filippo, paese vicino Messina, fu liberara con il gesto del segno della croce ripetuto piu´volte dalla Suora. Curo´ infermi e paralitici e questi vennero classificati come miracoli.

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Dopo morta Suor Eustochia, cosi fu rinominata allorquando prese i voti, continuo´ a curare i malati poiche´ incredibilmente la sua salma non subiva deterioramenti e secernava rivoli di sangue medicamentoso dalle narici; tutt´oggi si sa che unghie e capelli della santa ricrescono e che una volta l´anno le consorelle provvedono ad accorciarle. Spesso il suo fantasma viene intravisto o udito nel monastero e si crede che prima che un lutto si verifichi all´interno delle mura ella mandi dei segnali. Rumori rindondanti nelle ore del crepuscolo.

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Il monastero di Montevergine del resto e´una struttura che fu piu´volte restaurata a causa del terremoto del 1908 e a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale a cui miracolosamente scampo´. Nella scalinata interna si trova indicato il luogo preciso in cui una bomba del raid del maggio 1943 colpi´ la struttura senza apportare danni.

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Ulteriore miracolo di Esmeralda? Vogliamo crederlo e nel 1988 Papa Giovanni XXIII la canonizzo´con una cerimonia che commosse il mondo intero e chiamandola “la nostra santa in piedi” poiche´e´ una delle poche ad essere esposta in verticale e non in orizzontale, in posizione dormiente.

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Commovente fu anche l´amicizia e complicita´ che lego´ Suor Eustochia a Suor Maria Fedele, le due condivisero una vita di spiritualita´e preghiera e si supportarono con affetto´, tant´e´che la salma della monaca e´ in una teca poco distante da quello della sua migliore amica.

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Provenza – Villefranche sur mer- La Chiesa di St Pierre ed i disegni esoterici di Cocteau + la Statua della Madonna Nera alta 11 metri.

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La Costa Azzurra e´spiagge, e´ mare, ma anche citta´e paesi dove, chi sa ben guardare e ben cercare, trova riferimenti ad esoterismo e occulto continui.  La Francia del sud con la sua splendida atmosfera fu da sempre territorio religiosamente in primo piano, si pensi ad Avignone ed il suo splendido palazzo dei Papi, alla forte presenza Templare a Rennes le Chateau, alle sanguinose guerre  avvenute nei suoi borghi contro eresie nascenti. VILLEFRANCHE e´ una localita´ meravigliosa in un golfo con splendide casette colorate e un molo colmo di barchette pluricromatiche ormeggiate. Suggestivo. Fu frequentato per lunghi periodi da Picasso, Cocteau, Liz Taylor, Winston Churchill, Modigliani.

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Cocteau, pensatore ed occultista vivace, dimoro´ all´HOTEL WELCOME: questo era un´ antichissima Abbazia con cimitero annesso, (alcuni dicono di aver visto fantasmi aggirarsi nella RUE OBSCURE, via che dietro l´albergo taglia in due il paese, ha un  tetto a volta e  l´ombroso ambiente e´ molto impressionante).

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Innanzi alla pensione c´e´ una statua, il busto di Cocteau; egli osserva la baia e la Chiesetta di ST PIERRE fiore all´occhiello dei monumenti provenzali da lui internamente dipinta.

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“Quando apro la mia finestra la cappella Saint Pierre ammicca con i suoi candelabri usciti dall’Apocalisse” Jean Cocteau

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Cocteau fu uomo senza pace, alla continua ricerca di se stesso e di verita´assolute. Fu attore e regista, fu Gran Maestro Massonico, del Priorato di Sion, o comunque il suo nome risulta tra questi. Restaurando la Chiesina gli diede l´aspetto di una sala-cerimoniale rigurgitante di simbolismo settario. I candelabri della porta dell´Apocalisse, triangoli, angeli caduti, pescatori di uomini e pesci ubriacano alla vista.

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Nel paese accanto, Cap Ferrat, si trova invece una delle statue di Madonna Nera con Bambino piu´alte al mondo. 11 metri. Mastodontica. Fincheggia la Chiesa di SAINT HOSPICE.

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La zona era anticamente fortemente legata al culto della Dea Madre a cui le Madonne Nere son indiscutibilmente associate.  Lo scultore italiano VOLTI promosse la zona per palesare la sua arte tutta indirizzata a modellare nudi femminili come MADRE TERRA e FERTILITA´. Il museo e le strade son popolate da queste figure bronzee o in pietra.

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Toscana – Montefoscoli – Tempio Minerva Medica, tra massoneria ed esperimenti chirurgici, il dott. Frankenstein toscano

Andando verso Palaia e lasciandosi Montefoscoli alle spalle si raggiunge l´area del tempio di Minerva Medica, gioiello di architettura filosofica (come definita da Giovanni Ranieri Fascetti autore del libro – Sigillum Salomonis, simbolica esoterica del tempio di Minerva Medica a Montefoscoli – da cui, preciso, ho tratto numerosi approfondimenti). La costruzione di questo tempio fu voluta dalla famiglia Vacca´- Berlinghieri che dal 1730 porto´ nella zona cultura e finezza intellettuale. Il medico Francesco e il figlio Andrea si distinsero per arguzia e sensibilita´abbracciando, e divulgando, le idee illuministe francesi. Le fecero scorrere, massonicamente e segretamente, di loggia in loggia.

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Si pensi che il loro gotha era formato e animato da Percy Shelly e la moglie Mary,  Lord Byron, Madame de Stael ma anche da Manzoni, Mazzini, Guglielmo Pepe. A rendere il posto orrorifico regna il sospetto che sotto il tempio ci sia una sala bunker dove Andrea praticava assemblaggi tra parti di cadaveri per sperimentare le teorie descritte nel Frankenstein dalla sua amica Mary Shelly. E´ noto che il prestigioso medico era anche abile chirurgo e costruisse di propria mano strumenti operatori di gran precisione. Questa rimane comunque una leggenda inquietante, invece, di certo c´e´ il tempio con le sue simbologie.

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Una piccola e sacra edicola da´ il benvenuto al visitatore, ed e´anche segnale per individuare il sentiero che conduce alla costruzione. Questa edicola e´insieme di forme di stampo alchemico: tre pilastri su un corpo triangolare sostengono una struttura a piramide con sopra tre croci. Il reiterarsi del numero tre e´evidente. Il numero 3 e´di gran valore sia per la chiesa che per la massoneria, per non parlare della piramide e del triangolo che con il loro vertice puntato verso l´alto connettono cielo e terra e fanno riferimento all´uomo che puo´accrescere le proprie facolta´e potenzialita´. 

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I Vacca´- Berlinghieri vollero con questa prima struttura dar l´impronta giusta, marchiare il posto. Dopo 300 metri circa si vede, tra gli alberi, il bel tempio realizzato in cotto. Sottolineo questo poiche´ e´materiale che unisce in se i 4 elementi – terra –aria- fuoco- acqua, divenendo impasto edile carico di senso e celebrativo.

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E´orientato verso la Stella Polare, ha la pianta ricalcata su quella del Pantheon di Roma, possiede un foro-occhio che si apre al centro del triangolo del timpano. Scelte non casuali ma volute: il Pantheon, dove le varie divinita´venivano venerate e´ un riferimento all´idea massonica che uomini di diverso sapere riunendosi collegialmente e collaborando possono evolversi e far evolvere, progredire. Il volto radioso e raggiante della Dea e´ presente accanto alla dedica posta sull´ingresso.

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La facciata e´mirabile, 5 gradini che rappresentano i cinque sensi conducono al portone dove picchiotti in bronzo sono modellati a forma di serpente che si mangia la coda: il serpente e´ simbolo di guarigione per la sua facolta´ di  rigenerarsi oltre che, nascondendosi nelle viscere della terra in inverno per rispuntare in primavera, richiama le stagioni e la loro ciclicita´.

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Dietro il colonnato vediamo scolpita la civetta sopra un ramo d´ulivo,  animale sacro alla Dea per il suo potere di vista notturna che svela l´occultato.

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All´estermita´ il viso di Medusa vigila, e forse intimorisce, il visitatore ignorante giunto fino a qui, (Perseo quando la decapito´ne regalo´la testa a Minerva che la inseri´nel suo scudo).

N.B- Organizzano visite notturne all´interno del tempio periodicamente, altrimenti si puo´comunque osservarlo esternamente.

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SICILIA- Sant´ALFIO, il MILLENARIO CASTAGNO DEI 100 CAVALLI e i 3 giri SCARAMANTICI

Fino a qualche decennio fa si credeva che il “grande cipresso del Messico” fosse l´albero, tra quelli conosciuti, con la circonferenza piu´ grande, ma un team di botanici  ha dichiarato che “il castagno dei 100 cavalli” Siciliano lo supera. (50 metri se si considerano i tre tronchi basilari insieme)

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Se non e´ il piu´ antico del mondo sicuramente risulta esserlo d´Europa. ( Ha piu´di 2000 anni)

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Molte leggende ruotano intorno a questo, e numerosi scrittori e poeti lo citarono nelle loro opere o in semplici taccuini di viaggio. Il clima Siciliano e l´Etna influenzando geologicamente la zona hanno sicuramente contribuito a rendere le localita´ intorno al vulcano singolari.

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Il castagno dando i suoi frutti a guscio era considerato magico. Per  i celti e altre popolazioni gli alberi sono dei templi veri e propri, con la loro linfa e le loro vibrazioni sono dei canali di comunicazione tra l´essere umano razionale e l´inconscio colletivo. Teoria dovuta anche al fatto che l´essere umano si decompone in terra ma tramite l´evaporazione dell´umido risale al cielo ricadendo sotto forma di pioggia e abbeverando piante ed arbusti che, cosi´, sarebbero scrigni di memoria e saggezza universale. 

Lo stesso Herman Hesse scrisse “Chi sa ascoltare e interpretare il linguaggio degli alberi conosce la verita´”

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L´esemplare in questione prende il nome da un racconto secondo il quale Giovanna D´Angio´ o Giovanna D´Aragona durante un viaggio con il proprio seguito si dovette rifugiare sotto codesto albero per proteggersi da un temporale. Trascorsero l´intera notte sotto le sue fronde, alcuni sostengono maliziosamente in modo orgiastrico, galvanizzati dall´ energia elettrostatica e dall´aria satura di ioni dovuti alla tempesta.

Esiste un rituale scaramantico per far si che le turbolenze della vita non ci distolgano dai nostri obiettivi: lo spirito dell´albero accogliera´ la nostra preghiera se compiamo tre giri in senso orario intorno al suo tronco meditando sui nostri desideri di realizzazione e riuscita.

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Il castagno fu citato per la prima volta nel 16 sec. da Pietro Carrera di Militello nei suoi libri “Del Mongibello” in seguito nel 1800 dal poeta catanese Giuseppe Borrello, da pochi anni invece e´ monumento per la pace UNESCO.

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Sicilia- Ucria- La Rocca San Marco la sua Madonnina e l´erosione ipnotica

Floresta e´ conosciuto come uno dei paesi piu´alti della Sicilia. Ci si recano in numerosi per far escursioni poiche´ il paesaggio e´di incoparabile bellezza. Il vertice dell´Etna e´ben visibile; innevato d´inverno o splendidamente ricoperto di gialle ginestre in primavera.

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A pochi chilometri e tornanti da Floresta c´e´ Ucria, dove, lasciandosi alle spalle un ristorante pizzeria molto rinomato, si trova un boschetto di castagni e l´incredibile formazione di arenaria che segnalo. E´ diventato, con il tempo, anche un piccolo luogo di culto, infatti la statua di una madonnina e´ inserita nella nicchia naturale scolpita dall´erosione e dalle intemperie.

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Percorrendo il sentiero per circa 200 metri si vede svettare questo macigno che stupisce poiche´non se ne scorgono analoghi intorno e perche´molto alto e largo. La stessa forma e´originale, una sorta di mezza spirale. Un guscio enorme di conchiglia o lumaca. Avvicinandosi poi si resta meravigliati dal lavoro millenario del vento e delle pioggie. Infatti la parte superiore e´ completamente forellata, un tappezzamento di spiragli e fessure esteticamente affascinati.

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La parte inferiore, curiosamente, presenta altro tipo di disgregazione, orizzontale, che ha lasciato bombata la struttura e dove, con un piccolo slancio, ci si puo´ arrampicare per osservar meglio, sedersi per riposare o per recitare una preghiera alla Madonnina.

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Guardando di profilo la conformazione, seguendone i contorni, rintracceremo i lineamenti di un viso umano che osserva la vallata.

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Quando madre natura ci mette il suo i contrasti e le irregolarita´ non sono difetti ma pregi e cosi´ il verde degli alberi, il blu del cielo e il grigio della roccia armonizzano splendidamente. Il silenzio del luogo avvolge misticamente la zona e senza rendersene conto si trascorrono ore in loco.

Ammaliati, stregati bonariamente dalla parete rocciosa di cui i tanti buchi come mille profonde pupille ipnotizzano il visitatore.

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Molti dicono che abbia effetti taumaturgici questa meta. Che ci si allontana da essa con il cuore pieno di serenita´come dopo un sonno ritemprante. Non vi sono dubbi che ci sia un effetto narcotizzante dovuto all´alta quota, all´assenza di rumori, all´illusione ottica della curva avvolgente della roccia da cui ci si distanzia rinvigoriti.

SICILIA – ERICE: tra voli di colomba la PROSTITUZIONE SACRA

Non mi dilungo sulla bellezza di Erice, che sopra un colle a modesta distanza da Trapani regna sulla costa, ma sulle sue particolarita´.

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L´ATMOSFERA di Erice e´surreale. La nebbia che va e viene la veste e sveste di continuo; il visitatore si sente carezzato dalla foschia e refrigerato dalla rugiada, per poi, dopo qualche minuto, esser scaldato dal sole tra stradine luminose. Quella stessa rugiada, si narra, ha del magico, detergeva il sangue dei sacrifici.

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Erice vanta, infatti, antichissime e misteriose origini. Si dice che ELIMO, figlio illeggittimo di Anchise fondo´ in questa zona della Sicilia alcune citta´. Agli ELIMI si deve anche il meraviglioso sito di Segesta. Essendo originari di Troia numerosi e prolungati scontri ebbero con le genti greche di SELINUNTE. La rocca e´un percorso tra casette basse, che percio´, proprio per la loro esigua altezza, aiutano i raggi del sole ad irradiarne le vie. Numerose son le chiese, di cui il DUOMO ha un interno prezioso, ricamati paiono marmi e colonnati.

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Sulla vetta piu´ alta si puo´ visitare il CASTELLO DI VENERE: dove c´era il tempio i normanni ci costruirono il maniero, quindi risulta un interessante ibrido.

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VENERE-AFRODITE-ASTARTE in loco veniva omaggiata con feste annuali chiamate KATAGOGIE e ANAGOGIE che consistevano nel liberare e far volare uno stormo di colombe verso l´Africa. Esso puntualmente dopo una decina di giorni tornava al mittente, con la prima bestiolina tinteggiata di rosso a simboleggiare la trasformazione della Dea e ponendo fine ai festeggiamenti. Ricordo che l´uso di identificare la Dea Madre con un volatile o animale totem si rintaccia anche in raffigurazioni e statuette in svariate parti del globo.

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Le sacerdotesse-IERODULE erano anche dedite alla PROSTITUZIONE SACRA. Erano piu´di un migliaio e offrivano il loro corpo in cambio di generose offerte con cui lo stesso tempio aveva modo di mantenersi e sussistere. Ebbero un successo incredibile, da testi si sa che naviganti e marinai risalivano il monte ben volentieri per godere dell´ospitalita´ di queste donne.

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Oggi del tempio rimangono in condizioni non ottimali il TEPIDARIUM, la COLOMBARA, e il POZZO DI VENERE (che in realta´ fu usato come silos). I normanni trasformando il tutto in roccaforte diedero l´aspetto di fortilizio alla struttura che fu sede della magistratura locale e del tribunale.