Calabria- Pentedattilo- Le cinque dita mitologiche ed il paese morente.

Risalendo sulla costa Tirrenica Calabrese e gettando lo sguardo verso l´interno notiamo un agglomerato di rocce spioventi in arenaria rossastra con incastrate chiese e casette. I massi hanno 5 punte e sembrano il palmo di una mano con 5 dita che sorreggono il villaggio: il nome Pentidattilo tradotto significa proprio cio´.  Lo sgomento che antichi popoli, Greci e Bizantini provarono nel risalire il monte e da questo, dalla forma anomala, vedere l´Etna oltre il mare, fu interpretato come un chiaro segno Divino.

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Non si puo´non costruire una leggeda, una storia su questi massi che al tramonto si accendono di rosso per via della composizione del terriccio e che sembrano comunicare con il Vulcano, cosi ben delineato, distinguibile in terra Siciliana. La sciara dell´Etna era interpretata profeticamente: lingua di fuoco del Dio stesso che l´abitava. A secondo di dove arrivava la cenere, a secondo di dove veniva depositata e per quanti giorni, a secondo di come Eolo ed i suoi venti trasportavano lapilli e surriscaldavano l´atmosfera venivano spiegati.

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Infatti le eruzioni hanno conseguenze sull´agricoltura e la cenere altera la chimica del terreno. Quindi Pentedattilo fu anche osservatorio, altare a cielo aperto. Gli dei vollero questo luogo.

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Cosi Pentedattilo divenne un piccolo centro con un commercio di vino e gelsi vivace. Poi, fu sconvolto da terremoti e lotte intestine.  Sotto Pentedattilo c´e´ Melito Porto Salvo dove sbarco´ Garibaldi e dove un quadro, sacro, di Madonna con Bimbo il giorno dell´Annunciazione (25 Marzo) viene portato in processione dal paese sul mare a Pentedattilo per circa un mese. Il paesetto, con stradine strette che a spirale conducono nel luogo del castello distrutto da terremoti ed intemperie, oggi e´meta di escursionisti e di artisti che ne riconoscono il valore.

In piu´storie di sangue rendono il luogo intrigante. Si dice che il paese abbia cominciato a spopolarsi dopo un massacro avvenuto per la storia d´amore tra due giovani di famiglie di opposte fazioni: Alberti e Montebello. Il tutto fini con l´uccisione notturna di tutti i membri dell famiglia Alberti dentro le mura del maniero. La ragazza dovette prendere i voti e l´amato fuggi all´estero per trovar salvezza.

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Questa vicenda, che ricorda un po´ Romeo e Giulietta, fa capire molto anche del carattere dei Calabresi che per questioni d´onore non son secondi a nessuno. Si dice che il Barone venendo assassinato cadde dalla rupe lasciando l´impronta della sua mano sanguinante sulla pietra, su una di quelle stesse pietre che formano il palmo di Pentedattilo. Mano di qualche Dio sepolto se non della stessa Gea.

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Sicilia- Valle D´Agro´- La Chiesa SANTI PIETRO E PAOLO, Il Quadro degli ARCANGELI nella Chiesa della Santissima TRINITA´e le interpretazioni.

La Valle D´Agro´per i panorami incredibili sulla costa e la vegetazione intervallata da fiumare fu spesso assediata o considerata luogo favorevole per edificare palazzi di culto. Oggi parecchi registi riprendono scorci o sfruttano come location i paesi della zona. Lo stesso Coppola giro´intere scene del Padrino, suo capolavoro, in questi posti collinari e spesso gli spot hanno come sfondo vie e viuzze dei villaggi poco caotici di questa fetta di Sicilia.

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La meraviglia architettonica, forse l´esempio meglio conservato di struttura basiliana in Sicilia e´la Chiesa dei SANTI PIETRO E PAOLO.  Fu finanziata da Ruggero II allo scopo di carpire la benevolenza degli abitanti del posto. Risulta una basilica risalente per forme, mattoni e struttura ai primi secoli dopo il mille.

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Granito, arenaria e pietra lavica formano un terzetto gradevole alla vista. Le tre navate e la cupola centrale che tende a restringersi verso l´alto illuminata da 8 finestrelle son subito evidenti.

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Percorsi non agibili erano un tempo praticabili tramite scale. Infatti la Chiesa possiede terrazzamenti da cui i monaci potevano avvistare il pericolo.

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Il paese FORZA D´AGRO´ ha svariate Chiese, un castello e piazze, ci soffermiamo sulla basilica della SANTISSIMA TRINITA´ dove un quadro ha fatto insorgere teorie e argomentazioni teologiche. Il culto degli ANGELI, infatti, e´controverso e dibattuto. La Chiesa dopo una breve scalinata, subito dopo l´ingresso ha una tela raffigurante i 3 ARCANGELI e ABRAMO. I tre seduti ad un tavolo guardano Abramo e uno di loro indica l´alto.

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Gli Angeli sono considerati messaggeri, guerrieri divini o, per altri e scettici, entita´neutrali. Una minoranza neanche crede in loro. Tre sono gli Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. Tre e´il numero della Trinita´. Tre sono gli aspetti su cui loro vigiliano: la lotta al male, la cura psicofisica, la comunicazione tra l´uomo ed il divino. Abramo da ospitalita´ai tre uomini non sapendo che fossero Angeli “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). Abramo nella narrazione si rivolge pero´come fossero uno solo (al singolare) e percio´Dio Stesso. Si deduce che Loro sono la volonta´di Dio resa manifesta. Per cui, se i tre Arcangeli son considerati individualmente o nel loro insieme il dipinto, che haime´e´una copia dell´originale, nella chiesa della SANTISSIMA TRINITA´e´simbolicamente rilevante.

PUGLIA-GIURDIGNANO- Tra DOLMEN, MENHIR e CRIPTE

Il Salento e´terra di magia, e´terra di vino che inebria, di danze sciamaniche quali la taranta, di sortilegi e misticismo. Poche regioni vantano un contatto con la terra cosi atavico. I pugliesi hanno questo concetto ben radicato e le loro credenze son tante e ramificate, in quanto furono assediati da vari conquistatori. Nordici e Orientali.

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Giurdignano e´stato ribattezzato giardino megalitico perche´in pochi chilometri raccoglie un numero notevole di MENHIR e DOLMEN. Ma non solo. Questi reperti son stati costruiti nel corso di piu´secoli, non appartengono tutti allo stesso periodo, quindi la loro stessa varieta´li rende preziosi. Gia´si era accennato riguardo il culto BETILO nel paragrafo dedicato ai trulli. Di come Pietre e Rocce venivano considerate dimore del divino e quindi materiali sacri sempre presenti nei luoghi di culto, per cerimonie funebri o  riti propiziatori. Ebbene a Giurdignano tra i tanti segnalo il Menhir SAN PAOLO che presenta una cripta sormontata da masso veriticale. Splendida testimonianza di come le religioni si sono contaminate tra loro, infatti una croce era posizionata proprio accanto al pagano menhir!. Dentro la cripta e´raffigurato un ragno, il cui morso velenoso causava il tarantismo. Da tale avvelenamento ci si salvava o per grazia di San Paolo, tramite miracolo, o tramite il ballo delirante e sfrenato che faceva eliminare le tossine sudando. La taranta.

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Altro esempio e´il DOLMEN GRASSI. Ha doppia entrata seppur i lastroni son crollati e non e´facilmente accessibile.

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Dentro il paese, da pochi anni, grazie ad un crollo all´interno della Chiesa di San Vincenzo Ferreri si e´scoperta la CRIPTA DI SAN SALVATORE, bomboniera bizantina di cui  gli affreschi son stati mal conservati a causa dell´umidita´.

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Fu interamente scavata nel tufo tredici secoli fa ma fu anche usata come cisterna; l´acqua ha compromesso il materiale poroso e i colori dei disegni. Si deducono le sagome di una Madonna con Bambino e Arcangeli, le pagliuzze di madreperla usate dai devoti per raffigurarli dovevano rendere i personaggi, alla luce delle fiaccole, particolarmente accesi e brillanti.

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La cripta ha altari, sedili e nicchie per i lucernai: si suppone dalle ridotte dimensioni che pochi monaci, in riservatezza, pregassero.

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Sicilia- Messina- La Fontana di Orione, mito e costellazione

Sulla nascita della citta´di Messina circolano varie versioni. La piu´suggestiva e´sicuramente quella di DIODORO DI SICILIA secondo il quale ORIONE volle presiedere alla costruzione della citta´e per fronteggiare le mareggiate fece costruire un terrapieno. Questo ad oggi sarebbe la Punta estrema della Sicilia: Capo Peloro. In quest´area anticamente si fece edificare un tempio per NETTUNO.

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Nel cuore della citta´invece, nella piazza del Duomo, si puo´ ammirare la fontana dedicata ad Orione scolpita da GIOVANNI ANGELO MONTORSOLI tra 500 e 600.

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Tanto bella di giorno lo e´ancor di piu´ di notte quando il marmo bianchissimo risalta al massimo.Alla base delle fontana son rappresentati nudi e forniti di anfore i 4 fiumi allora piu´considerevoli: Tevere, Nilo, Camaro che porta acqua alla stessa Messina, e l´Ebro.

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Agli angoli son posizionati, di guardia, mostri marini con code attorcigliate.

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Al livello superiore son state scolpite meduse e tritoni che sorreggono, con i volti straziati dallo sforzo, splendide ninfe. Al vertice dell´insieme Il cacciatore Orione ed il suo fedele cane Sirio.

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ORIONE e La Costellazione

Nato dall´urina di Nettuno e Mercurio divenne un cacciatore di splendide fattezze. La stessa Diana soleva andare a caccia in sua compagnia. Ella se ne invaghi´ ma lui la rifiuto´. Diana accecata dalla gelosia poiche´ il cacciatore molestava le sorelle Pleiadi invio´ Scorpione a pungere e uccidere Orione e Sirio, il suo cane. In seguito Zeus uccise lo Scorpione e fece costellazione di Orione e Sirio. La costellazione di Orione e´la piu´ splendente dell´emisfero boreale,  la stella Sirio tramonta quando sorge quella dello Scorpione in modo che i due non possano nuovamente belligerare.

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Ricordo inoltre che le PIRAMIDI di Giza son allineate alla cintura di Orione ugualmente a quelle di Teotihuacan in Messico e il complesso di Thornborough Henges, nel Yorkshire del Nord, Inghilterra, costituito da tre cerchi di pietre.