Sicilia- Ucria- La Rocca San Marco la sua Madonnina e l´erosione ipnotica

Floresta e´ conosciuto come uno dei paesi piu´alti della Sicilia. Ci si recano in numerosi per far escursioni poiche´ il paesaggio e´di incoparabile bellezza. Il vertice dell´Etna e´ben visibile; innevato d´inverno o splendidamente ricoperto di gialle ginestre in primavera.

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A pochi chilometri e tornanti da Floresta c´e´ Ucria, dove, lasciandosi alle spalle un ristorante pizzeria molto rinomato, si trova un boschetto di castagni e l´incredibile formazione di arenaria che segnalo. E´ diventato, con il tempo, anche un piccolo luogo di culto, infatti la statua di una madonnina e´ inserita nella nicchia naturale scolpita dall´erosione e dalle intemperie.

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Percorrendo il sentiero per circa 200 metri si vede svettare questo macigno che stupisce poiche´non se ne scorgono analoghi intorno e perche´molto alto e largo. La stessa forma e´originale, una sorta di mezza spirale. Un guscio enorme di conchiglia o lumaca. Avvicinandosi poi si resta meravigliati dal lavoro millenario del vento e delle pioggie. Infatti la parte superiore e´ completamente forellata, un tappezzamento di spiragli e fessure esteticamente affascinati.

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La parte inferiore, curiosamente, presenta altro tipo di disgregazione, orizzontale, che ha lasciato bombata la struttura e dove, con un piccolo slancio, ci si puo´ arrampicare per osservar meglio, sedersi per riposare o per recitare una preghiera alla Madonnina.

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Guardando di profilo la conformazione, seguendone i contorni, rintracceremo i lineamenti di un viso umano che osserva la vallata.

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Quando madre natura ci mette il suo i contrasti e le irregolarita´ non sono difetti ma pregi e cosi´ il verde degli alberi, il blu del cielo e il grigio della roccia armonizzano splendidamente. Il silenzio del luogo avvolge misticamente la zona e senza rendersene conto si trascorrono ore in loco.

Ammaliati, stregati bonariamente dalla parete rocciosa di cui i tanti buchi come mille profonde pupille ipnotizzano il visitatore.

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Molti dicono che abbia effetti taumaturgici questa meta. Che ci si allontana da essa con il cuore pieno di serenita´come dopo un sonno ritemprante. Non vi sono dubbi che ci sia un effetto narcotizzante dovuto all´alta quota, all´assenza di rumori, all´illusione ottica della curva avvolgente della roccia da cui ci si distanzia rinvigoriti.

SVIZZERA- La Valle del Lauterbrunnen: LE CASCATE STAUBBACH e le ONDINE

La Svizzera e´ ricchissima di cascate e laghi. L´acqua sgorga rapida dalle vette alla valli in un´atmosfera paradisiaca e creando suoni rilassanti e distensivi. La Svizzera fu meta di viaggio di molti intellettuali che nelle sue citta´ poterono concentrarsi ed esprimere il loro genio. EINSTEIN visse a Berna e GOETHE fu rapito dalla bellezza dei paesaggi montani, che a detta sua e non solo, hanno del mistico.

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Si recava di continuo nella Valle Lauterbrunnen ad osservare e ammirare le sue 72 cascate.

“TU ANIMA DELL´UOMO COME SOMIGLI ALL´ACQUA! TU DESTINO DELL´UOMO COME SOMIGLI AL VENTO!”

Il suo celebre “canto degli spiriti sopra le acque” fu scritto dopo un pomeriggio trascorso nei pressi della cascata STAUBBACH. Narrano che egli, durante una cena, affermo´ che al tramonto con il vento caldo estivo l´acqua disperdendosi e nebulizzandosi rendeva visibili corpi e visi fantomatici tra le sottilissime goccioline.

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Si riferiva alle leggende sugli spiriti guardiani delle acque, ONDINE e NINFE. Queste ultime talvolta descritte sessualmente sfrenate in compagnia dei satiri (da qui il termine ninfomane). Seppur il canto citato si sofferma su come l´uomo (putacaso composto da piu´del 60% d´acqua) avesse l´anima simile a questo elemento mutevole e mutaforma; GOETHE affascinato dai racconti popolari non rimase indifferente a quelli riguardo i fantastici abitanti delle acque.

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Questi esseri, protettori dell´elemento acqua, hanno colore verde-azzurro, (con coda di pesce quando si tratta di abissi oceanici, SIRENE, che soccorerebbero o ingannerebbero i marinai a secondo del contesto), si dedicano al canto e alla danza immerse nei laghi e vicino alla cascate favorendo e indirizzando l´energia benefica dell´acqua.

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Queste creature sono molto legate alla LUNA, come tutto cio´che e´ liquido, ed alle sue fasi. Aiuterebbero l´uomo se questo e´ in difficolta´ nel guadare un fiume o se assetato. Sarebbero coloro che aiutano i RABDOMANTI a rintracciare con il loro bastone le vibrazioni per trovare un pozzo.

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L´acqua, in quanto uno dei 4 elementi base, e´stato simbolo di purificazione da sempre, si pensi al DILUVIO UNIVERSALE o al rituale del BATTESIMO. Fu, in filosofia analizzato: PANTA REI sarebbe lo scorrere incessante e mai uguale degli accadimenti dell´esistenza e dell´animo. Fu da medici e dottori sfruttato per apportar beneficio tramite l´IDROTERAPIA, cura che rievocando l´idea di protezione del liquido amniotico gioverebbe ai pazienti traumatizzati o semplicementi stressati.

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P.S Foto “Sirene” e “Ondina” estratte da Wikipedia.

CALABRIA – DELIANUOVA la sua PIETRA VERDE unica al mondo e LE MASCHERE APOTROPAICHE

Questa cittadina dell´Aspromonte ha del singolare. Le sue origini risalgono agli insediamenti di Monaci Basiliani che edificarono santuari nei pressi dei torrenti ed alle popolazioni della costa che, assediate dai saraceni, risalirono sui monti per scampare al pericolo. Col tempo fondarono qui due paeselli: Pedavoli e Paracorio. Gente abile, che si e´adattata al passaggio da una vita basata sulla pesca ad una diversa basata sull´agricoltura.

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Famosi sono i legumi della zona, particolarmente ricchi di ferro.  Sono molto richiesti nelle rustiche trattorie locali e nelle botteghe.

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Nel 1878 le due frazioni furono unite in DELIANUOVA, che, curiosita´ storica, ha un numero statistico impressionante di emigrati in Australia: alcuni di questi, divenuti li poeti o letterati,  scrivono della Calabria e delle sue caratteristiche.

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Il tesoro di questa cittadina sta comunque nella sua PIETRA VERDE, unica nel suo genere fu scoperta dagli stessi monaci basiliani che sfruttarono e fecero sfruttare la sola cava esistente nei pressi di contrada COTRIPA. Questa pietra dall´anfibio colore contiene tracce di MICA e URANIO. E´ particolarmente modellabile e percio´ da subito fu usata per decorazioni di interni (fonti battesimali, statue) ed esterni (scalinate e portali). I primi scalpellini arrivarono dalla Sicilia, dal Messinese, il capostipite fu Vincenzo Marsico. Si narra che vi fu un gran commercio dei loro manufatti e che questi avessero poteri magici contro la mala sorte e il malocchio.

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Sui balconi e sui portali, splendidi esteticamente, ritroviamo MASCHERE APOTROPAICHE che scacciano il male ed i mali intenzionati.

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Le stesse strade son colme di questi visi smorfiosi scolpiti su fontane, ingressi, pareti in un percorso chiamato “Via della Pietra Verde” che scongiura il negativo. L´uso di esorcizzare tramite facce arcigne o mostruose deriva dal paganesimo, gli spiriti nefasti erano tenuti a distanza tramite queste maschere spaventose.

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Anche animali venivano scolpiti, spesso volatili, che facevano volar via il nemico, oppure il viso del dio Eolo (dei venti) che sbuffando soffiava via la sfortuna.  Diventavano protettori dell´uscio e di chi abitava in quella casa. Si tramanda infatti che ogni soglia rappresenta un passaggio di energie e percio´ debba essere accudito, protetto da quelle infauste.

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