TURCHIA- ISTANBUL- LA CISTERNA BASILICA DI YEREBATAN E IL MITO DI MEDUSA.

Non mi soffermo su Istanbul e le sue meraviglie perche´e´una citta´ talmente ricca di storia e fascino che mozza il fiato. In antichita´spesso si trovo´in difficolta´idriche, seppur costruita vicino ai canali questi erano strategicamente assediati dai nemici durante le guerre. Cosi´la costruzione di cisterne interne alle mura si fece necessaria. Alcune sono coperte altre aperte, tutte architettonicamente mirabili. Molte furono edificate sotto i palazzi nobiliari, vennero intonacate con malta speciale e fortificate per sopportare la pressione idrica secondo i modelli romani.

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La piu´grande cisterna coperta visitabile si trova nei pressi di Santa Sofia. La cisterna Yerebatan, fatta costruire da Giustiniano intorno al 532. Vi si accede da una casa-biglietteria che non lascia presagire la struttura sottostante che e´un capolavoro non solo edilizio ma anche estetico. 

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Luci rossastre sfumano i contorni di 336 colonne, di cui molte decorate, divise in una dozzina di fila. Della basilica ha l´atmosfera e qualcosa di mistico aleggia se ci si sofferma sull´elemento acqua. Un tempo, colma, forniva 80.000 metri cubi di questa che vennero, in epoca bizantina, sfruttati dal Palazzo Topkapi. Oggi si cammina su una passarella in legno e si possono scorgere pesci e pesciolini guizzare tra le colonne nei metri d´acqua ancora presenti.

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Un acquario che ha anche un tocco di mistero ed esoterismo. Durante i primi restauri la impreziosirono con elementi simbolici. Un paio di colonne, di fatto, son particolarmente illuminate nonostante la penombra della struttura.

1-              La colonna detta “delle lacrime”, questa ha  goccie scolpite lungo tutta la sua altezza. Una delle lacrime presenta un foro e chi vi introduce il dito, si dice, sara´ libero dalle lacrime di tristezza e non da quelle di gioia.

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2-            Le colonne di MEDUSA: Son 2 colonne che poggiano su enormi teste scolpite della gorgone. Son posizionate non frontali ma una rovesciata e una di profilo a voler esorcizzare il suo “dono” di poter pietrificare chi la fissa negli occhi.

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MEDUSA era una delle tre gorgoni. Tre sorelle mostruose che rappresentavano le tre perversioni: Sessuale, morale e intellettuale. Persefone volle Medusa, l´unica mortale delle 3, come guardiana degli inferi. Perseo la decapito´e la sua testa venne poi inserita nello scudo di Atena. Una delle versioni differisce, spiegando che le gorgoni non erano mostri con artigli e ali ma in origine donne di straordinaria bellezza che suscitarono l´ira di Atena. Diodoro Siculo narro´invece che le gorgoni furono un popolo composto da donne-guerriere.

Sicilia- Tindari- Il Santuario e la Madonna Nera, il teatro, la grotta di Donna Villa e i Laghetti di Marinello.

 

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Si trova in cima ad un colle, a strapiombo sul mare, il Santuario del Tindari. E´una struttura particolarmente variopinta e ricca di abbellimenti dorati che attirano e irradiano la luce del sole dall´alba al tramonto. Una costruzione pluricromatica che contiene all´opposto la statua nerissima della Madonna con bambino.

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Il culto delle Madonne nere particolarmente legato a Iside e alle divinita´corrispondenti in paganesimo alla Dea Mater e´molto vivo: sia in Italia che all´estero centinaia di queste splendide statue e icone son mete di pellegrinaggio (SI PUO´LEGGERE A TAL PROPOSITO ANCHE L´ARTICOLO PROVENZA-VILLAFRANCHE SUR MER). Le Madonne Nere vuoi per il loro colore brunastro, vuoi per l´origine orientale di alcune di esse riportano alla mente l´idea della fecondita´terrestre. Quella di Tindari nel suo splendido basamento sorretto da Angeli in volo presenta pure la citazione biblica, dal Cantico dei Cantici, Nigra Sum Sed Formosa. 

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Il santuario, non ci sono dubbi, fu costruito dove prima c´era un tempio dedicato a Cerere e nella stessa Chiesa, dietro l´abside vi  e´un mosaico che attesta l´esistenza di questo e di come gli abitanti della zona erano devoti a Cerere.

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Ma non solo: nel museo presso gli scavi archeologici poco distanti dalla Chiesa son esposte piu´statue che per sagome sembrano Dee e una moneta con la testa di Cerere coronata di spighe. Degno di nota e´il teatro con la sua splendida acustica e dove un tempo si esibivano raramente anche gladiatori.

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Dalla balconata innanzi il Santuario si possono ammirare i laghi sottostanti. Bellissimi come posizione e come forme cambiano a secondo delle maree e delle stagioni. Pare che uno in particolare ricordi pero´ da sempre il profilo della Madonna con bambino. La leggenda narra di una madre a cui cadde il bimbo dalla rupe, miracolosamente questo fu salvato dalla Vergine che creo´ subitaneamente gli stagni.

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Altre leggende circolano nella zona

1-  La statua della Madonna Nera fu abbandonata da una nave arenata nel mezzo di una tempesta, questa dovette cedere la statua per poter ripartire.

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2- La grotta di Donna Villa: questa si addentra nella sommita´del monte, ricca di cunicoli, le pareti appaiono graffiate e percio´ dicono che fu abitata da una strega maliarda che, subita una delusione d´amore, attirava a se´i naviganti per poi ucciderli. La grotta in questione e´ difficile da raggiungere ma nei pressi dei laghetti si puo´visitare una galleria molto evocativa, e che forse fu la prima tana della selvaggia maga.

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TOSCANA- Vergemoli- Eremo CALOMINI, La grotta del Vento e la simbologia dell´Orso.

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La Garfagnana e´terra di boschi, torrenti e paesi medievali. In questo incantevole scenario c´e´ una struttura degna di nota. Incastrato, e in gran parte scolpito nella roccia, si eleva l´Eremo di “SANTA MARIA E MARTIRI” . 

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Pellegrini e credenti usavano raggiungerlo a piedi tramite tortuose vie di montagna. Vederlo a distanza fa il suo effetto cosi´ addossato allo sperone roccioso. La parte piu´ antica e´una grotta votiva con la statua della Vergine, la sacrestia con i mobili intarsiati e le cellette degli eremiti ricavate a colpi di scalpello. La chiesa postuma e´comunque pregiata con il colonnato che da sulla vallata e le opere d´arte che ne abbelliscono la navata addentrata per 20 metri nella montagna. Suggestiva.

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 Suggestiva e´ anche la leggenda sulle sue origini: una bimba giocando scopri´la statua della Madonna che fu portata nella chiesa del vicino paese. Ma questa statua di notte scomparve e fu ritrovata nella grotta dove era stata scoperta in precedenza. Da cio´si dedusse che quello era un Sacro Luogo.

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Papa Pio VII concesse a tutti i pellegrini che si confessarono e si confessano nel sacro luogo l´indulgenza perpetua.

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Gli eremiti per loro volonta´si isolano dal mondo, dopo l´anno mille in Toscana numerose piccole comunita´ di questi fiorirono. L´eremo di Calomini fu citato in alcuni documenti del 1300. Vicino all´Eremo, per turisti e non, vi e´ pure un´allevamento di trote e prodotti di agricoltura biologica, il farro della zona e´medicamentoso.

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Poco distante dall´Eremo merita una visita la GROTTA DEL VENTO: Se prima pregando la Vergine si e´purgata l´anima esplorando il ventre della montagna con un´escursione si purga il fisico e ci si connette con Madre Terra. Questa Grotta, chiamata del Vento perche´correnti interne fuoriescono come uno sbuffo quasi costante dalla gola della grotta, un tempo era abitata da orsi. Ossa e dentature sono state ritrovate.

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L´ORSO che popolava insieme al lupo la garfagnana ha parecchie valenze simboliche e folkloristiche. Anticamente associato alla Dea Artemide e´bestia legata alla luna. Si dice che se i primi giorni di Febbraio questo, affacciandosidalla tana vede luna calante non ritorna in letargo perche´ l´inverno cessera´a breve, al contrario se vede luna crescente rientra in tana per proseguire altri 40 giorni il proprio riposo.

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Orsi e lupi in questa fase dell´anno per aver caccia piu´ facile scendevano quasi fin dentro ai paesi per trovar pollai e recinti con bestiame, quindi l´uomo ne aveva particolare timore e rispetto. Infatti in molte regioni durante il CARNEVALE c´e´ un Orso ammaestrato o un uomo travestito da questo che sfila o viene simbolicamente ucciso dalla popolazione in festa, o balla con le fanciulle. Questi gesti rappresentavano l´arrivo della primavera e la cessazione della rigidita´invernale, cosi´come la rivincita dell´uomo e della vita sulla morte. L´Orso e´un animale totem presso gli indiani d´america e gli eschimesi considerano particolarmente sacro quello polare dal niveo manto.

 

 

SICILIA- Montalbano Elicona ed i Megaliti dell´ARGIMUSCO

Stonehenge, in Inghilterra, e´il  sito archeologico conosciuto come  tempio e calendario astronomico degli antichi abitanti della zona. Dolmen e Menhir disposti in un determinato modo, erosi dagli agenti atmosferici o scolpiti dall´uomo mettono in contatto il cielo con la terra. Sono dei ponti, dei collegamenti tra le due realta´. Cosi l´uomo creava delle mappe in terra per poter prevedere i cicli stagionali.  Creava dei calendari e pregava affinche´ la natura lo favorisse nell´agricoltura, nella caccia, nella vita in genere. In Sicilia abbiamo un luogo simile, da un ventennio riportato alla ribalta da studiosi di archeoastronomia, si tratta delle “PIETRE DEI GIGANTI” nei pressi di Montalbano Elicona.

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Passo´ inosservato per la vegetazione intorno ma insospettiva che si trovasse in una posizione centripeta e stranamente pianeggiante rispetto alle montagne che lo circondano. Insospettiva la stessa vetta dell´Etna cosi ben distinguibile da tutte le angolazioni. Insospettiva la forma zoomorfa di alcune rocce. Insopettiva la presenza di una vasca per la raccolta d´acqua tra i megaliti. La natura stessa della pietra, calcarea, la rende friabile e modellabile da attrezzi umani e quindi, accademici, facendo un percorso ben preciso tra le rocce non poterono piu´ trascurare l´evidente. L´Argimusco fu, e per taluni ancora e´, uno spazio sacro.

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I giganti, si narra, abitavano la terra ma alcuni vollero sfidare gli dei, questi vincendoli li fecero seppellire, da allora quando un vulcano e´ in eruzione o un terremoto accade si deve all´ira di questi esseri nel sottosuolo. Appare cosi scontato che quando l´Etna si risvegliava i popoli della zona si recassero in questa “Piazza” al fine di pregare affinche´i giganti smettessero di minacciarli. Camminando nella vasta zona si scorgono negli enormi massi il profilo di un uomo in preghiera, un´acquila, un simbolo fallico e altro ancora fino alla zona del Santuario con nicchie dove probabilmente venivano inseriti ceri e lumi. Poco distante c´e´ una vasca e alcuni gradini che conducono all´area-osservatorio.

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L´utilizzo di questo sito nel tempo puo´ essere cambiato o cumunque ancora resta un mistero, le ipotesi piu´ gettonate son due

1- Fu osservatorio astronomico e luogo di culto durante equinozi e solstizi. Pare che la disposizione di alcune rocce ricordi la geografia di alcune costellazioni in tempi remoti visibili ad occhio nudo.

2- Regno´nel feudo di Montalbano per un periodo Eleonora D´Angio che, come suo fratello Roberto a Napoli, si attorniava di alchimisti e medici di tradizione empirica nel bel maniero.  Arnaldo di Terranova, studioso, propose di associare medicina e astronomia. Il sito, non preistorico quindi, fu un ospedale a cielo aperto dove riequilibrare le proprie energie. La vasca, in questa versione, potrebbe essere stata usata per allevare sanguisughe utili per effettuare salassi.

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