Puglia- Calimera- La Chiesa di San Vito con la pietra forata, men-an-tol, ed il rito

Men-an-Tol  in Cornovaglia significava PIETRA FORATA. Nel Regno Unito  vi e´un sito archelogico famoso dove, ai tempi, le donne effettuavano riti per la fertilita´, gli uomini attraversavano il masso bucato per simboleggiare una seconda nascita e bambini malati stirandosi per passar sotto l´arco della pietra guarivano problemi alla colonna vertebrale o delle ossa. Come sappiamo queste credenze e rituali erano presenti in antichita´un po´ovunque. Il paganesimo, le sue credenze o culti si ramificarono e molte “cerimonie” si somigliavano incredibilmente seppur realizzate in luoghi distantissimi tra loro.

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In Puglia, vicino Lecce, c´e´ Calimera, un paese tra ulivi e vigneti dove e´palese il modo in cui la religione cattolica ha assorbito le tradizioni pagane per riproporle, in forma diversa e conservatrice alle genti al fine di soppiantarle.

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Nella Chiesa di San Vito, campestre, c´e´ un men-an-tol con un foro di 30 centimetri circa, ogni anno, a Pasqua la popolazione si ritrova a veder passare bambini e soggetti particolarmente magri attraverso per simboleggiare, putacaso, la Rinascita. Non e´casuale il periodo, primaverile, e neanche il significato attribuito di rigenerazione-resurrezione.

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La Chiesina e´ stata costruita nel bosco-sacro, dove c´era anche il cimitero, e´ stata eretta intorno al dolmen come a custodirlo, la sua forma squadrata ricorda quasi una cassaforte.  I suoi muri son protettori di questo masso che rappresenta l´utero e l´ombellico. La Dea – Madre ed il suo dono piu´ potente: essere genitrice.

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Di San Vito nella cappella c´e´un quadro: fu martire, da adolescente guari´il figlio malato di epilessia di Diocleziano. Egli e´invocato per  scongiurare la letargia, alcune forme di encefalite, tutela danzatori ed epilettici. Il suo simbolo e´la foglia di palma ma spesso e´raffigurato con una coppia di cani: si narra che un branco di questi avessero dilaniato un bambino ma che egli facendosi restituire i brandelli lo riporto´in vita.

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Nota Bene: La foto della Statua Di San Vito e´stata estratta da Wikipedia. La statua non e´nella Chiesa di Calimera.

Calabria-Roghudi vecchio- Le rocce del Drago, quelle del latte ed i cancelli contro le Anarade

La Calabria grecanica e´un agglomerato di paesi dove qualche anziano, se incoraggiato, parla un dialetto risalente all´epoca greca. Destinato a scomparire a Bova, per esempio, i nomi delle strade son riportate nei due idiomi, italiano e greco. Questa zona parte dalla provincia di Reggio e si estende verso l´Aspromonte. Son paesi abbandonati o semiabbandonati. Hanno tutta una serie di tradizioni e folklore magico. La Fiumara che da Melito Porto Salvo si inoltra a curve e tornanti larghi ne fa da cornice insieme ai monti che scoscendono vertiginosamente a valle. Proprio a precipizi e scarpate.

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Molti studiosi pensano che l´arroccarsi non fosse solo per rendere gli abitati piu´sicuri dalle invasioni turche, ma anche perche´il vivere direttamente nel bosco e nel roccioso favoriva il gregge ed i pastori non erano costretti a spostarsi eccessivamente nei cambi stagionali.

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Roghudi fu abbandonato a causa delle continue alluvioni che affligevano le abitazioni e le stalle inerpicate sulla pietra, o comunque le frane furono un pretesto per cambiare e lasciare il villaggio. Il paesetto a vederlo da lontano pare artigliare il costone di monte per non scivolare. Si narra che le donne legassero i figli piccoli con la corda per evitare che giocando piombassero giu´dalla rupe. In alcune abitazioni si vedono i cerchi di ferro a cui venivano annodate le corde.  Con il passaggio religioso dal rito greco al rito latino nel 1574 comincia gia´, lenta, la decadenza del borghetto: dovuta, quindi, non solo all´estrema solitudine che al posto di salvaguardarlo lo indeboliva maggiormente.  Di Roghudi comunque segnalo due cose interessanti:

1-              I cancelli di protezione.

2-            La roccia del drago e le pietre del Latte

I cancelli erano due, uno lato monte e uno lato Mare, ne resta in parte solo il secondo. L´idea era quella di chiuderli ogni sera per evitare l´irruzione di nemici esterni; ma non solo, leggenda vuole che le donne che vivevano nei boschi, dalle sembianze meta´umane e meta´ di mula, scalpitassero coi loro zoccoli per giungere al paese al fine di sedurre ed uccidere gli uomini o divorare i lattanti. Il nome rievoca gli esseri mitologici chiamati NERIDES, NEREIDI

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La roccia del drago, se voluta dall´erosione o lavorata da mano umana non e´ dato sapere, sembra un ulteriore guardiano del paese. Comunque i due cerchi potrebbero non rappresentare pupille ma pianeti allineati.

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Le pietre del latte sembrano il liquido in ebollizione e sotto di esse un tesoro, dicono, e´nascosto.

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Forse come cita l´antropologo Vito Teti il tesoro era il paese stesso.

 

Sicilia- Gole Alcantara, il convento di Francavilla, il suo herbarium e La Madonna che allatta (Virgo Lactans)

Provincia di Catania. Il parco fluviale dell´Alcantara sfroggia il suo strepitoso canyon in basalto formato in millenni di eruzioni e stratificazioni.

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Il minerale ha forme geometriche sorprendentemente precise che lo scrosciare delle acque rendono lucido e di un grigio lustro che meraviglia.

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La neve ed i ghiacci dell´Etna sciogliendosi si tramutano in  fredde cascatelle.

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Il vulcano, mastodontico e ciclopico domina con la sua grandezza il paesaggio. Nell´area son stati trovati dolmen allineati con costellazioni, resti archeologici legati al culto di Demetra ed incisioni zoomorfe di serpenti legati senza dubbio a quello di Afrodite.Tutto qui e´ascetismo puro. Si contempla, si ha la sensazione forte che gli elementi stiano ostentando la loro potenza.  Il vulcano, la sorgente , le colline coltivate di agrumi odorosi: l´insieme da alla testa, inebria, ubriaca.

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 Non stupisce che nel 1719 spagnoli e austriaci abbiano combattuto per conquistare il luogo. Non stupisce che nel cimitero presso il convento nobili casati abbiano le loro cappelle di famiglia e lapidi scolpite di struggente bellezza. Tombe su tombe con numerosi  simboli: angeli spadati, corvi e teschi, l´occhio della provvidenza filomassonico.

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Il convento dei cappuccini fondato nel 1570 ha un herbarium di piante officinali e una bella sagrestia in legno intarsiato.

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Ma e´dentro la chiesa che troviamo due opere interessanti:

1-              Quadro della Madonna che allatta

2-            Statua con la Vergine che calpesta il serpente dagli occhi umani.

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Il primo, in realta´posizionato ad angolo e non in bella vista, e´uno splendido GALACTOTOFUSA  ovvero di Madonna presentata a seno scoperto che allatta o sta per allattare il Cristo. Talvolta son rappresentate anche gocce di latte poiche´Maria e´madre di Gesu´e patrona di tutte le puerpere. L’iconografia è originaria dell´antico egitto, epoca in cui erano diffusissime le immagini della dea ISIDE che nutre il figlio HORUS, questo durerà fino ad influenzare il Cristianesimo. Addirittura molte statue di Iside furono ribattezzate o venerate come Madonne originali. Il Concilio di Trento vieto´questo genere di opere nude additandole come sconvenienti.

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La seconda e´una statua, solo se ci si avvicina si nota il corpo del rettile che si contorce sotto il piede della Madonna. L´animale possiede occhi non da rettile ma pupille umane. Fa impressione, ma il senso e´chiaro: Il male si traveste, diventa umano per tentare meglio.

Toscana – Borgo a Mozzano- Il Ponte della Maddalena (o del diavolo) leggende e rituali/ La chiesa di San Cassiano di Controne

La Garfagnana e´terra di boschi rigogliosi e torrenti, talvolta cosi carichi che straripano pericolosamente e inondano i paesi. Le piene dei fiumi hanno reso percio´ ingegneri e architetti toscani abili costruttori di ponti e ponteggi. Un paio di questi sono dei capolavori, opere d´arte.

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Il Ponte Medievale di Borgo a Mozzano con i suoi archi, di cui uno aggiunto successivamente, affascina in particolar modo. Le sue gobbe, che sembrano voler scalzare, far balzare via il passante sono state attraversate da mercanti, pellegrini, globe-trotter nel corso dei secoli. La leggenda narra che uno dei costruttori incontro´ il diavolo che gli disse che si sarebbe preso l´anima del primo dei passanti, in cambio non avrebbe ostacolato i lavori. Il muratore furbamente fece passare un animale prendendosi gioco del diavolo che dovette accontentarsi dello spirito della bestia.

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Il 31 ottobre di ogni anno il borgo festeggia la notte di halloween con particolare sentire, fiere e musica in ogni slargo o piazzetta decorata per l´evento annuale. Lo stesso ponte ebbe un ruolo fondamentale tra gli occultisti. E´luogo considerato centrifugo di energie dove magie e sortilegi venivano effettuati. Cio´ fa sorridere se si pensa che il Ponte si chiama in realta´ Ponte della Maddalena per via di un Oratorio omonimo che costeggiava il fiume Serchio e affacciava sulla struttura.

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Fu edificato per volonta´ di una nobildonna nel 1100 e per secoli fu vietato far trasportare merci e carretti pesanti su questo per tutelarne la bellezza. Cio´ che si puo´ notare a distanza e´come pur avendo archi sproporzionati risulta comunque armonico. Pare allucinazione anche camminarci sopra e percorrere i dossi, le convessita´e le concavita´che ci portano dal lato destro al sinistro del  fiume. In cima, forse per antico culto pagano, si affidavano incantesimi e malefici agli spiriti-guardiani delle acque sottostanti, si praticava divinazione osservando i mulinelli e i mini-vortici dall´alto. Cortecce incise, petali di fiori, gemme venivano consegnati come dono alle correnti per sviluppare le stregonerie richieste.

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Poco distante, sotto il monte PRATOFIORITO, vi e´ la chiesa di  San Cassiano di Controne, che pare sia stata costruita sui resti di un tempietto dedicato a Diana, dea della caccia e della selvaggina.  

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Si vedono vari simboli, tra cui spirali che riprendono il moto ondoso e le rapide del fiume, personaggi con le braccia alzate verso su ma a gettar fiori in alto come a voler unire cielo e terra, molti animali dalle grandi fauci.

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