Sicilia- Cava d´Ispica- Abitazioni, ipogei, oratori sacri pagani e non.

Cava d´Ispica e´un canyon, 14 km che tra Ragusa Modica e Ispica offre all´escursionista la possibilita´ di visitare cave, abitazioni rupestri e ipogeni di eta´antichissima. Il percorso in alcuni tratti e´angusto e solo con una guida esperta e´ consigliabile avventurarsi. I sentieri turistici son comunque esaurienti per un tour archeologico di notevole fascino.

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Son state abitazioni ma anche sepolcri e anche oratori monastici, infatti la “grotta dei santi”, una delle piu´ visitate e famose presenta raffigurazioni sacre nelle pareti. In preistoria gli insediamenti furono molti poiche´ la gola era un luogo per difendersi e nascondersi da nemici o predatori. Con il tempo, a rafforzare il tutto, alcuni sbarramenti furono costruiti dai Siculi per meglio tutelarsi dai pericoli esterni.

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Il fiume sul fondo della cava forniva acqua in abbondanza per persone, animali e vegetali. Il torrente Pernamazzoni infatti e´importante a livello etimologico perche´Ispica potrebbe significare “verso le sorgenti” ed un tempo probabilmente era un corso d´acqua navigabile. Edera, salvia ulivo e borraggione son le piante piu´ comuni mentre lepri, volpi, gufi, bisce e vipere son la fauna locale. La parte funebre e´stata studiata e ristudiata perche´fornisce una carrellata di cimiteri di svariate epoche: con tombe “a forno” sicule, catacombe cristiane, ipogei bizantini.  Notevole e ben conservato e´ il Ginnasio con antiche iscrizioni allo scopo di riservare i posti a sedere degli anziani in luogo differente da quello dei giovani. 

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Le “grotte cadute” sono uno splendido esempio di come internamente, tramite scale a pioli, gli antichi, potessero spostarsi su piu´livelli. Scavando crearono veri condomini e palazzi rupestri.

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Calabria- Pentedattilo- Le cinque dita mitologiche ed il paese morente.

Risalendo sulla costa Tirrenica Calabrese e gettando lo sguardo verso l´interno notiamo un agglomerato di rocce spioventi in arenaria rossastra con incastrate chiese e casette. I massi hanno 5 punte e sembrano il palmo di una mano con 5 dita che sorreggono il villaggio: il nome Pentidattilo tradotto significa proprio cio´.  Lo sgomento che antichi popoli, Greci e Bizantini provarono nel risalire il monte e da questo, dalla forma anomala, vedere l´Etna oltre il mare, fu interpretato come un chiaro segno Divino.

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Non si puo´non costruire una leggeda, una storia su questi massi che al tramonto si accendono di rosso per via della composizione del terriccio e che sembrano comunicare con il Vulcano, cosi ben delineato, distinguibile in terra Siciliana. La sciara dell´Etna era interpretata profeticamente: lingua di fuoco del Dio stesso che l´abitava. A secondo di dove arrivava la cenere, a secondo di dove veniva depositata e per quanti giorni, a secondo di come Eolo ed i suoi venti trasportavano lapilli e surriscaldavano l´atmosfera venivano spiegati.

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Infatti le eruzioni hanno conseguenze sull´agricoltura e la cenere altera la chimica del terreno. Quindi Pentedattilo fu anche osservatorio, altare a cielo aperto. Gli dei vollero questo luogo.

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Cosi Pentedattilo divenne un piccolo centro con un commercio di vino e gelsi vivace. Poi, fu sconvolto da terremoti e lotte intestine.  Sotto Pentedattilo c´e´ Melito Porto Salvo dove sbarco´ Garibaldi e dove un quadro, sacro, di Madonna con Bimbo il giorno dell´Annunciazione (25 Marzo) viene portato in processione dal paese sul mare a Pentedattilo per circa un mese. Il paesetto, con stradine strette che a spirale conducono nel luogo del castello distrutto da terremoti ed intemperie, oggi e´meta di escursionisti e di artisti che ne riconoscono il valore.

In piu´storie di sangue rendono il luogo intrigante. Si dice che il paese abbia cominciato a spopolarsi dopo un massacro avvenuto per la storia d´amore tra due giovani di famiglie di opposte fazioni: Alberti e Montebello. Il tutto fini con l´uccisione notturna di tutti i membri dell famiglia Alberti dentro le mura del maniero. La ragazza dovette prendere i voti e l´amato fuggi all´estero per trovar salvezza.

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Questa vicenda, che ricorda un po´ Romeo e Giulietta, fa capire molto anche del carattere dei Calabresi che per questioni d´onore non son secondi a nessuno. Si dice che il Barone venendo assassinato cadde dalla rupe lasciando l´impronta della sua mano sanguinante sulla pietra, su una di quelle stesse pietre che formano il palmo di Pentedattilo. Mano di qualche Dio sepolto se non della stessa Gea.

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Sicilia- Valle D´Agro´- La Chiesa SANTI PIETRO E PAOLO, Il Quadro degli ARCANGELI nella Chiesa della Santissima TRINITA´e le interpretazioni.

La Valle D´Agro´per i panorami incredibili sulla costa e la vegetazione intervallata da fiumare fu spesso assediata o considerata luogo favorevole per edificare palazzi di culto. Oggi parecchi registi riprendono scorci o sfruttano come location i paesi della zona. Lo stesso Coppola giro´intere scene del Padrino, suo capolavoro, in questi posti collinari e spesso gli spot hanno come sfondo vie e viuzze dei villaggi poco caotici di questa fetta di Sicilia.

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La meraviglia architettonica, forse l´esempio meglio conservato di struttura basiliana in Sicilia e´la Chiesa dei SANTI PIETRO E PAOLO.  Fu finanziata da Ruggero II allo scopo di carpire la benevolenza degli abitanti del posto. Risulta una basilica risalente per forme, mattoni e struttura ai primi secoli dopo il mille.

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Granito, arenaria e pietra lavica formano un terzetto gradevole alla vista. Le tre navate e la cupola centrale che tende a restringersi verso l´alto illuminata da 8 finestrelle son subito evidenti.

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Percorsi non agibili erano un tempo praticabili tramite scale. Infatti la Chiesa possiede terrazzamenti da cui i monaci potevano avvistare il pericolo.

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Il paese FORZA D´AGRO´ ha svariate Chiese, un castello e piazze, ci soffermiamo sulla basilica della SANTISSIMA TRINITA´ dove un quadro ha fatto insorgere teorie e argomentazioni teologiche. Il culto degli ANGELI, infatti, e´controverso e dibattuto. La Chiesa dopo una breve scalinata, subito dopo l´ingresso ha una tela raffigurante i 3 ARCANGELI e ABRAMO. I tre seduti ad un tavolo guardano Abramo e uno di loro indica l´alto.

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Gli Angeli sono considerati messaggeri, guerrieri divini o, per altri e scettici, entita´neutrali. Una minoranza neanche crede in loro. Tre sono gli Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. Tre e´il numero della Trinita´. Tre sono gli aspetti su cui loro vigiliano: la lotta al male, la cura psicofisica, la comunicazione tra l´uomo ed il divino. Abramo da ospitalita´ai tre uomini non sapendo che fossero Angeli “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). Abramo nella narrazione si rivolge pero´come fossero uno solo (al singolare) e percio´Dio Stesso. Si deduce che Loro sono la volonta´di Dio resa manifesta. Per cui, se i tre Arcangeli son considerati individualmente o nel loro insieme il dipinto, che haime´e´una copia dell´originale, nella chiesa della SANTISSIMA TRINITA´e´simbolicamente rilevante.

PUGLIA-GIURDIGNANO- Tra DOLMEN, MENHIR e CRIPTE

Il Salento e´terra di magia, e´terra di vino che inebria, di danze sciamaniche quali la taranta, di sortilegi e misticismo. Poche regioni vantano un contatto con la terra cosi atavico. I pugliesi hanno questo concetto ben radicato e le loro credenze son tante e ramificate, in quanto furono assediati da vari conquistatori. Nordici e Orientali.

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Giurdignano e´stato ribattezzato giardino megalitico perche´in pochi chilometri raccoglie un numero notevole di MENHIR e DOLMEN. Ma non solo. Questi reperti son stati costruiti nel corso di piu´secoli, non appartengono tutti allo stesso periodo, quindi la loro stessa varieta´li rende preziosi. Gia´si era accennato riguardo il culto BETILO nel paragrafo dedicato ai trulli. Di come Pietre e Rocce venivano considerate dimore del divino e quindi materiali sacri sempre presenti nei luoghi di culto, per cerimonie funebri o  riti propiziatori. Ebbene a Giurdignano tra i tanti segnalo il Menhir SAN PAOLO che presenta una cripta sormontata da masso veriticale. Splendida testimonianza di come le religioni si sono contaminate tra loro, infatti una croce era posizionata proprio accanto al pagano menhir!. Dentro la cripta e´raffigurato un ragno, il cui morso velenoso causava il tarantismo. Da tale avvelenamento ci si salvava o per grazia di San Paolo, tramite miracolo, o tramite il ballo delirante e sfrenato che faceva eliminare le tossine sudando. La taranta.

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Altro esempio e´il DOLMEN GRASSI. Ha doppia entrata seppur i lastroni son crollati e non e´facilmente accessibile.

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Dentro il paese, da pochi anni, grazie ad un crollo all´interno della Chiesa di San Vincenzo Ferreri si e´scoperta la CRIPTA DI SAN SALVATORE, bomboniera bizantina di cui  gli affreschi son stati mal conservati a causa dell´umidita´.

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Fu interamente scavata nel tufo tredici secoli fa ma fu anche usata come cisterna; l´acqua ha compromesso il materiale poroso e i colori dei disegni. Si deducono le sagome di una Madonna con Bambino e Arcangeli, le pagliuzze di madreperla usate dai devoti per raffigurarli dovevano rendere i personaggi, alla luce delle fiaccole, particolarmente accesi e brillanti.

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La cripta ha altari, sedili e nicchie per i lucernai: si suppone dalle ridotte dimensioni che pochi monaci, in riservatezza, pregassero.

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Sicilia- Messina- La Fontana di Orione, mito e costellazione

Sulla nascita della citta´di Messina circolano varie versioni. La piu´suggestiva e´sicuramente quella di DIODORO DI SICILIA secondo il quale ORIONE volle presiedere alla costruzione della citta´e per fronteggiare le mareggiate fece costruire un terrapieno. Questo ad oggi sarebbe la Punta estrema della Sicilia: Capo Peloro. In quest´area anticamente si fece edificare un tempio per NETTUNO.

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Nel cuore della citta´invece, nella piazza del Duomo, si puo´ ammirare la fontana dedicata ad Orione scolpita da GIOVANNI ANGELO MONTORSOLI tra 500 e 600.

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Tanto bella di giorno lo e´ancor di piu´ di notte quando il marmo bianchissimo risalta al massimo.Alla base delle fontana son rappresentati nudi e forniti di anfore i 4 fiumi allora piu´considerevoli: Tevere, Nilo, Camaro che porta acqua alla stessa Messina, e l´Ebro.

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Agli angoli son posizionati, di guardia, mostri marini con code attorcigliate.

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Al livello superiore son state scolpite meduse e tritoni che sorreggono, con i volti straziati dallo sforzo, splendide ninfe. Al vertice dell´insieme Il cacciatore Orione ed il suo fedele cane Sirio.

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ORIONE e La Costellazione

Nato dall´urina di Nettuno e Mercurio divenne un cacciatore di splendide fattezze. La stessa Diana soleva andare a caccia in sua compagnia. Ella se ne invaghi´ ma lui la rifiuto´. Diana accecata dalla gelosia poiche´ il cacciatore molestava le sorelle Pleiadi invio´ Scorpione a pungere e uccidere Orione e Sirio, il suo cane. In seguito Zeus uccise lo Scorpione e fece costellazione di Orione e Sirio. La costellazione di Orione e´la piu´ splendente dell´emisfero boreale,  la stella Sirio tramonta quando sorge quella dello Scorpione in modo che i due non possano nuovamente belligerare.

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Ricordo inoltre che le PIRAMIDI di Giza son allineate alla cintura di Orione ugualmente a quelle di Teotihuacan in Messico e il complesso di Thornborough Henges, nel Yorkshire del Nord, Inghilterra, costituito da tre cerchi di pietre.

TURCHIA- ISTANBUL- LA CISTERNA BASILICA DI YEREBATAN E IL MITO DI MEDUSA.

Non mi soffermo su Istanbul e le sue meraviglie perche´e´una citta´ talmente ricca di storia e fascino che mozza il fiato. In antichita´spesso si trovo´in difficolta´idriche, seppur costruita vicino ai canali questi erano strategicamente assediati dai nemici durante le guerre. Cosi´la costruzione di cisterne interne alle mura si fece necessaria. Alcune sono coperte altre aperte, tutte architettonicamente mirabili. Molte furono edificate sotto i palazzi nobiliari, vennero intonacate con malta speciale e fortificate per sopportare la pressione idrica secondo i modelli romani.

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La piu´grande cisterna coperta visitabile si trova nei pressi di Santa Sofia. La cisterna Yerebatan, fatta costruire da Giustiniano intorno al 532. Vi si accede da una casa-biglietteria che non lascia presagire la struttura sottostante che e´un capolavoro non solo edilizio ma anche estetico. 

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Luci rossastre sfumano i contorni di 336 colonne, di cui molte decorate, divise in una dozzina di fila. Della basilica ha l´atmosfera e qualcosa di mistico aleggia se ci si sofferma sull´elemento acqua. Un tempo, colma, forniva 80.000 metri cubi di questa che vennero, in epoca bizantina, sfruttati dal Palazzo Topkapi. Oggi si cammina su una passarella in legno e si possono scorgere pesci e pesciolini guizzare tra le colonne nei metri d´acqua ancora presenti.

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Un acquario che ha anche un tocco di mistero ed esoterismo. Durante i primi restauri la impreziosirono con elementi simbolici. Un paio di colonne, di fatto, son particolarmente illuminate nonostante la penombra della struttura.

1-              La colonna detta “delle lacrime”, questa ha  goccie scolpite lungo tutta la sua altezza. Una delle lacrime presenta un foro e chi vi introduce il dito, si dice, sara´ libero dalle lacrime di tristezza e non da quelle di gioia.

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2-            Le colonne di MEDUSA: Son 2 colonne che poggiano su enormi teste scolpite della gorgone. Son posizionate non frontali ma una rovesciata e una di profilo a voler esorcizzare il suo “dono” di poter pietrificare chi la fissa negli occhi.

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MEDUSA era una delle tre gorgoni. Tre sorelle mostruose che rappresentavano le tre perversioni: Sessuale, morale e intellettuale. Persefone volle Medusa, l´unica mortale delle 3, come guardiana degli inferi. Perseo la decapito´e la sua testa venne poi inserita nello scudo di Atena. Una delle versioni differisce, spiegando che le gorgoni non erano mostri con artigli e ali ma in origine donne di straordinaria bellezza che suscitarono l´ira di Atena. Diodoro Siculo narro´invece che le gorgoni furono un popolo composto da donne-guerriere.

Sicilia- Tindari- Il Santuario e la Madonna Nera, il teatro, la grotta di Donna Villa e i Laghetti di Marinello.

 

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Si trova in cima ad un colle, a strapiombo sul mare, il Santuario del Tindari. E´una struttura particolarmente variopinta e ricca di abbellimenti dorati che attirano e irradiano la luce del sole dall´alba al tramonto. Una costruzione pluricromatica che contiene all´opposto la statua nerissima della Madonna con bambino.

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Il culto delle Madonne nere particolarmente legato a Iside e alle divinita´corrispondenti in paganesimo alla Dea Mater e´molto vivo: sia in Italia che all´estero centinaia di queste splendide statue e icone son mete di pellegrinaggio (SI PUO´LEGGERE A TAL PROPOSITO ANCHE L´ARTICOLO PROVENZA-VILLAFRANCHE SUR MER). Le Madonne Nere vuoi per il loro colore brunastro, vuoi per l´origine orientale di alcune di esse riportano alla mente l´idea della fecondita´terrestre. Quella di Tindari nel suo splendido basamento sorretto da Angeli in volo presenta pure la citazione biblica, dal Cantico dei Cantici, Nigra Sum Sed Formosa. 

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Il santuario, non ci sono dubbi, fu costruito dove prima c´era un tempio dedicato a Cerere e nella stessa Chiesa, dietro l´abside vi  e´un mosaico che attesta l´esistenza di questo e di come gli abitanti della zona erano devoti a Cerere.

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Ma non solo: nel museo presso gli scavi archeologici poco distanti dalla Chiesa son esposte piu´statue che per sagome sembrano Dee e una moneta con la testa di Cerere coronata di spighe. Degno di nota e´il teatro con la sua splendida acustica e dove un tempo si esibivano raramente anche gladiatori.

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Dalla balconata innanzi il Santuario si possono ammirare i laghi sottostanti. Bellissimi come posizione e come forme cambiano a secondo delle maree e delle stagioni. Pare che uno in particolare ricordi pero´ da sempre il profilo della Madonna con bambino. La leggenda narra di una madre a cui cadde il bimbo dalla rupe, miracolosamente questo fu salvato dalla Vergine che creo´ subitaneamente gli stagni.

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Altre leggende circolano nella zona

1-  La statua della Madonna Nera fu abbandonata da una nave arenata nel mezzo di una tempesta, questa dovette cedere la statua per poter ripartire.

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2- La grotta di Donna Villa: questa si addentra nella sommita´del monte, ricca di cunicoli, le pareti appaiono graffiate e percio´ dicono che fu abitata da una strega maliarda che, subita una delusione d´amore, attirava a se´i naviganti per poi ucciderli. La grotta in questione e´ difficile da raggiungere ma nei pressi dei laghetti si puo´visitare una galleria molto evocativa, e che forse fu la prima tana della selvaggia maga.

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TOSCANA- Vergemoli- Eremo CALOMINI, La grotta del Vento e la simbologia dell´Orso.

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La Garfagnana e´terra di boschi, torrenti e paesi medievali. In questo incantevole scenario c´e´ una struttura degna di nota. Incastrato, e in gran parte scolpito nella roccia, si eleva l´Eremo di “SANTA MARIA E MARTIRI” . 

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Pellegrini e credenti usavano raggiungerlo a piedi tramite tortuose vie di montagna. Vederlo a distanza fa il suo effetto cosi´ addossato allo sperone roccioso. La parte piu´ antica e´una grotta votiva con la statua della Vergine, la sacrestia con i mobili intarsiati e le cellette degli eremiti ricavate a colpi di scalpello. La chiesa postuma e´comunque pregiata con il colonnato che da sulla vallata e le opere d´arte che ne abbelliscono la navata addentrata per 20 metri nella montagna. Suggestiva.

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 Suggestiva e´ anche la leggenda sulle sue origini: una bimba giocando scopri´la statua della Madonna che fu portata nella chiesa del vicino paese. Ma questa statua di notte scomparve e fu ritrovata nella grotta dove era stata scoperta in precedenza. Da cio´si dedusse che quello era un Sacro Luogo.

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Papa Pio VII concesse a tutti i pellegrini che si confessarono e si confessano nel sacro luogo l´indulgenza perpetua.

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Gli eremiti per loro volonta´si isolano dal mondo, dopo l´anno mille in Toscana numerose piccole comunita´ di questi fiorirono. L´eremo di Calomini fu citato in alcuni documenti del 1300. Vicino all´Eremo, per turisti e non, vi e´ pure un´allevamento di trote e prodotti di agricoltura biologica, il farro della zona e´medicamentoso.

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Poco distante dall´Eremo merita una visita la GROTTA DEL VENTO: Se prima pregando la Vergine si e´purgata l´anima esplorando il ventre della montagna con un´escursione si purga il fisico e ci si connette con Madre Terra. Questa Grotta, chiamata del Vento perche´correnti interne fuoriescono come uno sbuffo quasi costante dalla gola della grotta, un tempo era abitata da orsi. Ossa e dentature sono state ritrovate.

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L´ORSO che popolava insieme al lupo la garfagnana ha parecchie valenze simboliche e folkloristiche. Anticamente associato alla Dea Artemide e´bestia legata alla luna. Si dice che se i primi giorni di Febbraio questo, affacciandosidalla tana vede luna calante non ritorna in letargo perche´ l´inverno cessera´a breve, al contrario se vede luna crescente rientra in tana per proseguire altri 40 giorni il proprio riposo.

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Orsi e lupi in questa fase dell´anno per aver caccia piu´ facile scendevano quasi fin dentro ai paesi per trovar pollai e recinti con bestiame, quindi l´uomo ne aveva particolare timore e rispetto. Infatti in molte regioni durante il CARNEVALE c´e´ un Orso ammaestrato o un uomo travestito da questo che sfila o viene simbolicamente ucciso dalla popolazione in festa, o balla con le fanciulle. Questi gesti rappresentavano l´arrivo della primavera e la cessazione della rigidita´invernale, cosi´come la rivincita dell´uomo e della vita sulla morte. L´Orso e´un animale totem presso gli indiani d´america e gli eschimesi considerano particolarmente sacro quello polare dal niveo manto.

 

 

SICILIA- Montalbano Elicona ed i Megaliti dell´ARGIMUSCO

Stonehenge, in Inghilterra, e´il  sito archeologico conosciuto come  tempio e calendario astronomico degli antichi abitanti della zona. Dolmen e Menhir disposti in un determinato modo, erosi dagli agenti atmosferici o scolpiti dall´uomo mettono in contatto il cielo con la terra. Sono dei ponti, dei collegamenti tra le due realta´. Cosi l´uomo creava delle mappe in terra per poter prevedere i cicli stagionali.  Creava dei calendari e pregava affinche´ la natura lo favorisse nell´agricoltura, nella caccia, nella vita in genere. In Sicilia abbiamo un luogo simile, da un ventennio riportato alla ribalta da studiosi di archeoastronomia, si tratta delle “PIETRE DEI GIGANTI” nei pressi di Montalbano Elicona.

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Passo´ inosservato per la vegetazione intorno ma insospettiva che si trovasse in una posizione centripeta e stranamente pianeggiante rispetto alle montagne che lo circondano. Insospettiva la stessa vetta dell´Etna cosi ben distinguibile da tutte le angolazioni. Insospettiva la forma zoomorfa di alcune rocce. Insopettiva la presenza di una vasca per la raccolta d´acqua tra i megaliti. La natura stessa della pietra, calcarea, la rende friabile e modellabile da attrezzi umani e quindi, accademici, facendo un percorso ben preciso tra le rocce non poterono piu´ trascurare l´evidente. L´Argimusco fu, e per taluni ancora e´, uno spazio sacro.

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I giganti, si narra, abitavano la terra ma alcuni vollero sfidare gli dei, questi vincendoli li fecero seppellire, da allora quando un vulcano e´ in eruzione o un terremoto accade si deve all´ira di questi esseri nel sottosuolo. Appare cosi scontato che quando l´Etna si risvegliava i popoli della zona si recassero in questa “Piazza” al fine di pregare affinche´i giganti smettessero di minacciarli. Camminando nella vasta zona si scorgono negli enormi massi il profilo di un uomo in preghiera, un´acquila, un simbolo fallico e altro ancora fino alla zona del Santuario con nicchie dove probabilmente venivano inseriti ceri e lumi. Poco distante c´e´ una vasca e alcuni gradini che conducono all´area-osservatorio.

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L´utilizzo di questo sito nel tempo puo´ essere cambiato o cumunque ancora resta un mistero, le ipotesi piu´ gettonate son due

1- Fu osservatorio astronomico e luogo di culto durante equinozi e solstizi. Pare che la disposizione di alcune rocce ricordi la geografia di alcune costellazioni in tempi remoti visibili ad occhio nudo.

2- Regno´nel feudo di Montalbano per un periodo Eleonora D´Angio che, come suo fratello Roberto a Napoli, si attorniava di alchimisti e medici di tradizione empirica nel bel maniero.  Arnaldo di Terranova, studioso, propose di associare medicina e astronomia. Il sito, non preistorico quindi, fu un ospedale a cielo aperto dove riequilibrare le proprie energie. La vasca, in questa versione, potrebbe essere stata usata per allevare sanguisughe utili per effettuare salassi.

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Marche – Camerano & Osimo i villaggi-labirinto sotteranei. Il culto di Mitra e la Fontanina della Fata.

Camerano e Osimo son due paesi ridenti e misteriosi in provincia di Ancona. Ubicati su colline dominano le vallate. Oltre monumenti interessanti architettonicamente cio´che li rende famosi sono i labirinti sotteranei che si snodano nel sottosuolo fin oltre i confini dell´abitato.

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Questi, ipogei che dopo anni di studio continuano a sorprendere, sono tentacolari nel sottosuolo, una vera ragnatela.

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Alcuni ingressi combaciono perferttamente con punti strategici delle citta´. A Camerano con la chiesa di San Francesco che si pensa costruita dallo stesso durante il suo viaggio verso terre Orientali. Altri sbocchi son nelle ville baronali e anche nella Chiesa adiacente al Castello. Analizzandole e restaurandole sono risultati ben visibili decori e scritte che rimandano a simboli esoterici e religiosi. Le grotte furono usate come rifugio durante le guerre mondiali, le popolazioni vi trovarono riparo durante i bombardamenti. 

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Nei secoli antecedenti sono state sfruttate dai Cavalieri Templari e dalle logge massoniche per i loro incontri o riti d´iniziazione. In alcuni periodi di carestia furono invece silos e magazzini, in altri cantine per botti di vino pregiato. Sono ricche di mistero e testimonianze, che si sono sommate e moltiplicate nei decenni; ci si imbatte in altari, croci, date, grotte dall´acustica perfetta, colonnati. Uno dei vani, il Camerone, in tempi remoti probabilmente e´stato tempio di culto per il Dio Mitra.

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Mitra solitamente e´ raffigurato nell´atto di uccidere un toro e il suo culto era riservato a pochi eletti di sesso maschile e svolto in caverne e antri privi di finestre, una religione misterica di grande importanza che si diffuse nel periodo romano. Un´altro stanzone presenta 8 raggi che si incontrano al centro di una volta, con una stella al loro incontrarsi. Questa e´ la sala che piu´e´collegabile alle tradizioni massoniche poiche´ presenta una simmetria che non appare coincidenza casuale. Una delle grotte che rimane impressa visitandola e´quella a forma di croce egizia con acqua che scende sgocciolando per la stessa inclinazione di tutta la struttura, e´ da specificare che nel culto di Mitra e´fondamentale la presenza di una fonte purificatrice.

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Si pensa che queste grotte siano state scavate e abitate, si crede che le popolazioni sfruttassero l´esterno periodicamente per commerciare o procurarsi il cibo. Solo successivamente costruirono i due paesi in verticale sopra di esse. In teoria la temperatura costante data dal tufo, per tribu´poco civili doveva rappresentare una valida soluzione e rendere i cunicoli abitabili.

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Di recente alcuni team di studiosi si son soffermati perche´urla ed echi inquietanti si odono nelle gole, sospettano di presenze alterate dal turismo, di fantasmi infastiditi. D´altro canto ad Osimo il palazzo Baldeschi Belleani presenta una finestra sempre aperta che si dice appartenga ad un piccolo antro dove e´stato rinvenuto lo scheletro di una donna, di cui lo spirito ancora infesta il luogo.

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All´uscita del paese di Camerano vi e´, in condizioni trascurate, la “Fontanina” che fino al 1889, anno in cui fu costruito il primo acquedotto della zona, era l´unico pozzo esistente. E´ molto caratteristico con piu´ vasche dove le lavandaie usavano insaponare il bucato. Si narra che una fata abita e custodisce la fonte, donne e uomini non osano avvicinarsi dopo il tramonto per non turbarla durante il suo bagno. Alri invece narrano che questo fu il sinistro teatro di un delitto passionale.

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