Sardegna- Nuoro- Il Cristo Rendentore

Sardegna, terra di magie e sortilegi ma anche di religione e vocazione. Nuoro, la citta´di Grazia Deledda, la citta´affacciata sul Monte Ortobene. Uno dei piu´rappresentativi per il popolo sardo perche´e´spigoloso e verde al contempo.

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A 955 metri la benedizione del Cristo e´sbandierata, la stesa croce par un baluardo e non uno strumento di tortura. La sua posa connette cielo e terra. Ha l´aspetto di un Dio pagano. Nel 1901 la statua di questo Cristo, bello come un Apollo trionfante, fu issata in onore del giubileo per volonta´di Papa Leone III. Il pontefice ne fece ergere una ventina sparsi in tutta Italia, da nord a sud. Si occupo´della scultura il calabrese Vincenzo Ierace, e si narra che la moglie fu cosi´colpita dal risultato finale dell´opera che mori´tra estasi e crepacuore.  Effettivamente la statua in questione e´mastodontica. La si immagina in un Tempio Greco con la sua gestualita´imperante, il turbinio della veste e i suoi 7 metri e 2 tonnellate di bronzo. Una lapide per ricordare la signora Ierace e´posta sotto il piedistallo.

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Tutti i turisti non possono far a meno di sfiorare il tallone e  l´alluce, farsi il segno della croce, per augurarsi il bene e scansare il male. Per enunciare il proprio credo e preghiera. Girato l´angolo formato dal piede si vede pero´un viso appolaiato tra polpaccio e caviglia. Un viso inquietante che potrebbe essere di un putto come di un demonietto: equivoco. Lo scultore disse che rappresenta l´umanita´, bambina, con i suoi pregi e difetti. E cosi e´in quei tratti ambigui fanciullesci e luciferini.

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Alla fine di Agosto, ogni anno, due giorni di festa vengono dedicati alla statua, una rigorosamente folkloristica, la seconda squisitamente religiosa. Attirano i turisti e cittadini da tutta l´isola. La prima per gli abiti tradizionali e i canti. La seconda per la camminata al sorgere del sole. All´alba che rischiara la valle con la caratteristica Nuoro poco distante a godersi la protezione di Gesu´.

Sicilia-Giardini Naxos- L´altare di Apollo, il culto di Afrodite- Il Significato della Sfinge secondo gli elleni

In Sicilia Orientale, dopo il golfo di Isola Bella, c´e´ Naxos.

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Nel 734 a.c i Calcidesi giunsero con a capo Teocle e fondarono Nasso, sulla spiaggia costruirono un altare dedicato ad Apollo Archegetes. Gli abitanti di Naxos, successivamente, si allearono con gli Ateniesi contro i Siracusani, ma persero: la citta´fu distrutta, loro venduti come schiavi.  Dopo, nei decenni, questa baia divenne porto fiorente dei Siculi. Tucidide riporta per iscritto la costruzione del tempio di Apollo. Apollo era anche Dio delle proporzioni e dell´architettura, percio´venne da se che dovendo alzar muri e case invocassero il suo aiuto.

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Gli scavi hanno riportato alla luce i perimetri di molte zone sacre, case, forni. Questi resti lasciano dedurre le vie ed i quartieri. Risulta che la zona piu´vicina al mare fu la prima ad esser sfruttata ed i templi non erano provvisti di colonnati ma di statue e sfingi. I forni venivano usati per produrre oggetti votivi e per cremare i defunti, le cui ceneri venivano racchiuse in anforette.

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Nel museo sono esposte moltissime statue dedicate all´ancestrale culto della Dea Madre e a quello di Afrodite.

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Afrodite, oltre ad essere dea dell´amore e della bellezza nascendo dalla spuma di mare era senza dubbio cara a marinai e pescatori, quindi, non poteva non essere osannata dalla popolazione di Naxos. Ad Erice, nella sicilia Occidentale, in suo onore vi era un gran tempio dove le sacerdotesse praticavano la prostituzione sacra. (Articoloblog annesso).

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Uomini e donne non tralasciavano, stagionalmente, di far riti e feste anche in onore di Dionisio, Dio dell´ebbrezza. Coniavano pure monete con raffigurato Sileno. Sileno era figlio di Pan e usava molestare ninfe mentre suonava o svelava segreti di colossale importanza. Son stati recuperati resti ex voto a forma di genitali e statuette di nudo che chiaramente son testimonianza di culti relativi alla sessualita´e fertilita´.

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Le Sfingi erano scolpite di varia forma e dimensione all´ingresso delle zone di culto.

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La sfinge per i greci ha un valore interessante: gli elleni hanno avuto da sempre scambi commerciali con l´Egitto percio´ l´influenza talvolta e´presente. Nella cultura greca la sfinge e´guardiana e crudele.  E´un mostro ctonio, ovvero preesistente agli olimpi, seppur alato, e´un essere sotteraneo e tellurico. Inizialmente era scolpito con fattezze maschili, poi prevalsero quelle femminili. Chi non superava i suoi quesiti veniva divorato.

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Puglia- Calimera- La Chiesa di San Vito con la pietra forata, men-an-tol, ed il rito

Men-an-Tol  in Cornovaglia significava PIETRA FORATA. Nel Regno Unito  vi e´un sito archelogico famoso dove, ai tempi, le donne effettuavano riti per la fertilita´, gli uomini attraversavano il masso bucato per simboleggiare una seconda nascita e bambini malati stirandosi per passar sotto l´arco della pietra guarivano problemi alla colonna vertebrale o delle ossa. Come sappiamo queste credenze e rituali erano presenti in antichita´un po´ovunque. Il paganesimo, le sue credenze o culti si ramificarono e molte “cerimonie” si somigliavano incredibilmente seppur realizzate in luoghi distantissimi tra loro.

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In Puglia, vicino Lecce, c´e´ Calimera, un paese tra ulivi e vigneti dove e´palese il modo in cui la religione cattolica ha assorbito le tradizioni pagane per riproporle, in forma diversa e conservatrice alle genti al fine di soppiantarle.

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Nella Chiesa di San Vito, campestre, c´e´ un men-an-tol con un foro di 30 centimetri circa, ogni anno, a Pasqua la popolazione si ritrova a veder passare bambini e soggetti particolarmente magri attraverso per simboleggiare, putacaso, la Rinascita. Non e´casuale il periodo, primaverile, e neanche il significato attribuito di rigenerazione-resurrezione.

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La Chiesina e´ stata costruita nel bosco-sacro, dove c´era anche il cimitero, e´ stata eretta intorno al dolmen come a custodirlo, la sua forma squadrata ricorda quasi una cassaforte.  I suoi muri son protettori di questo masso che rappresenta l´utero e l´ombellico. La Dea – Madre ed il suo dono piu´ potente: essere genitrice.

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Di San Vito nella cappella c´e´un quadro: fu martire, da adolescente guari´il figlio malato di epilessia di Diocleziano. Egli e´invocato per  scongiurare la letargia, alcune forme di encefalite, tutela danzatori ed epilettici. Il suo simbolo e´la foglia di palma ma spesso e´raffigurato con una coppia di cani: si narra che un branco di questi avessero dilaniato un bambino ma che egli facendosi restituire i brandelli lo riporto´in vita.

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Nota Bene: La foto della Statua Di San Vito e´stata estratta da Wikipedia. La statua non e´nella Chiesa di Calimera.

Calabria-Roghudi vecchio- Le rocce del Drago, quelle del latte ed i cancelli contro le Anarade

La Calabria grecanica e´un agglomerato di paesi dove qualche anziano, se incoraggiato, parla un dialetto risalente all´epoca greca. Destinato a scomparire a Bova, per esempio, i nomi delle strade son riportate nei due idiomi, italiano e greco. Questa zona parte dalla provincia di Reggio e si estende verso l´Aspromonte. Son paesi abbandonati o semiabbandonati. Hanno tutta una serie di tradizioni e folklore magico. La Fiumara che da Melito Porto Salvo si inoltra a curve e tornanti larghi ne fa da cornice insieme ai monti che scoscendono vertiginosamente a valle. Proprio a precipizi e scarpate.

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Molti studiosi pensano che l´arroccarsi non fosse solo per rendere gli abitati piu´sicuri dalle invasioni turche, ma anche perche´il vivere direttamente nel bosco e nel roccioso favoriva il gregge ed i pastori non erano costretti a spostarsi eccessivamente nei cambi stagionali.

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Roghudi fu abbandonato a causa delle continue alluvioni che affligevano le abitazioni e le stalle inerpicate sulla pietra, o comunque le frane furono un pretesto per cambiare e lasciare il villaggio. Il paesetto a vederlo da lontano pare artigliare il costone di monte per non scivolare. Si narra che le donne legassero i figli piccoli con la corda per evitare che giocando piombassero giu´dalla rupe. In alcune abitazioni si vedono i cerchi di ferro a cui venivano annodate le corde.  Con il passaggio religioso dal rito greco al rito latino nel 1574 comincia gia´, lenta, la decadenza del borghetto: dovuta, quindi, non solo all´estrema solitudine che al posto di salvaguardarlo lo indeboliva maggiormente.  Di Roghudi comunque segnalo due cose interessanti:

1-              I cancelli di protezione.

2-            La roccia del drago e le pietre del Latte

I cancelli erano due, uno lato monte e uno lato Mare, ne resta in parte solo il secondo. L´idea era quella di chiuderli ogni sera per evitare l´irruzione di nemici esterni; ma non solo, leggenda vuole che le donne che vivevano nei boschi, dalle sembianze meta´umane e meta´ di mula, scalpitassero coi loro zoccoli per giungere al paese al fine di sedurre ed uccidere gli uomini o divorare i lattanti. Il nome rievoca gli esseri mitologici chiamati NERIDES, NEREIDI

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La roccia del drago, se voluta dall´erosione o lavorata da mano umana non e´ dato sapere, sembra un ulteriore guardiano del paese. Comunque i due cerchi potrebbero non rappresentare pupille ma pianeti allineati.

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Le pietre del latte sembrano il liquido in ebollizione e sotto di esse un tesoro, dicono, e´nascosto.

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Forse come cita l´antropologo Vito Teti il tesoro era il paese stesso.

 

Sicilia- Gole Alcantara, il convento di Francavilla, il suo herbarium e La Madonna che allatta (Virgo Lactans)

Provincia di Catania. Il parco fluviale dell´Alcantara sfroggia il suo strepitoso canyon in basalto formato in millenni di eruzioni e stratificazioni.

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Il minerale ha forme geometriche sorprendentemente precise che lo scrosciare delle acque rendono lucido e di un grigio lustro che meraviglia.

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La neve ed i ghiacci dell´Etna sciogliendosi si tramutano in  fredde cascatelle.

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Il vulcano, mastodontico e ciclopico domina con la sua grandezza il paesaggio. Nell´area son stati trovati dolmen allineati con costellazioni, resti archeologici legati al culto di Demetra ed incisioni zoomorfe di serpenti legati senza dubbio a quello di Afrodite.Tutto qui e´ascetismo puro. Si contempla, si ha la sensazione forte che gli elementi stiano ostentando la loro potenza.  Il vulcano, la sorgente , le colline coltivate di agrumi odorosi: l´insieme da alla testa, inebria, ubriaca.

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 Non stupisce che nel 1719 spagnoli e austriaci abbiano combattuto per conquistare il luogo. Non stupisce che nel cimitero presso il convento nobili casati abbiano le loro cappelle di famiglia e lapidi scolpite di struggente bellezza. Tombe su tombe con numerosi  simboli: angeli spadati, corvi e teschi, l´occhio della provvidenza filomassonico.

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Il convento dei cappuccini fondato nel 1570 ha un herbarium di piante officinali e una bella sagrestia in legno intarsiato.

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Ma e´dentro la chiesa che troviamo due opere interessanti:

1-              Quadro della Madonna che allatta

2-            Statua con la Vergine che calpesta il serpente dagli occhi umani.

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Il primo, in realta´posizionato ad angolo e non in bella vista, e´uno splendido GALACTOTOFUSA  ovvero di Madonna presentata a seno scoperto che allatta o sta per allattare il Cristo. Talvolta son rappresentate anche gocce di latte poiche´Maria e´madre di Gesu´e patrona di tutte le puerpere. L’iconografia è originaria dell´antico egitto, epoca in cui erano diffusissime le immagini della dea ISIDE che nutre il figlio HORUS, questo durerà fino ad influenzare il Cristianesimo. Addirittura molte statue di Iside furono ribattezzate o venerate come Madonne originali. Il Concilio di Trento vieto´questo genere di opere nude additandole come sconvenienti.

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La seconda e´una statua, solo se ci si avvicina si nota il corpo del rettile che si contorce sotto il piede della Madonna. L´animale possiede occhi non da rettile ma pupille umane. Fa impressione, ma il senso e´chiaro: Il male si traveste, diventa umano per tentare meglio.

Toscana – Borgo a Mozzano- Il Ponte della Maddalena (o del diavolo) leggende e rituali/ La chiesa di San Cassiano di Controne

La Garfagnana e´terra di boschi rigogliosi e torrenti, talvolta cosi carichi che straripano pericolosamente e inondano i paesi. Le piene dei fiumi hanno reso percio´ ingegneri e architetti toscani abili costruttori di ponti e ponteggi. Un paio di questi sono dei capolavori, opere d´arte.

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Il Ponte Medievale di Borgo a Mozzano con i suoi archi, di cui uno aggiunto successivamente, affascina in particolar modo. Le sue gobbe, che sembrano voler scalzare, far balzare via il passante sono state attraversate da mercanti, pellegrini, globe-trotter nel corso dei secoli. La leggenda narra che uno dei costruttori incontro´ il diavolo che gli disse che si sarebbe preso l´anima del primo dei passanti, in cambio non avrebbe ostacolato i lavori. Il muratore furbamente fece passare un animale prendendosi gioco del diavolo che dovette accontentarsi dello spirito della bestia.

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Il 31 ottobre di ogni anno il borgo festeggia la notte di halloween con particolare sentire, fiere e musica in ogni slargo o piazzetta decorata per l´evento annuale. Lo stesso ponte ebbe un ruolo fondamentale tra gli occultisti. E´luogo considerato centrifugo di energie dove magie e sortilegi venivano effettuati. Cio´ fa sorridere se si pensa che il Ponte si chiama in realta´ Ponte della Maddalena per via di un Oratorio omonimo che costeggiava il fiume Serchio e affacciava sulla struttura.

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Fu edificato per volonta´ di una nobildonna nel 1100 e per secoli fu vietato far trasportare merci e carretti pesanti su questo per tutelarne la bellezza. Cio´ che si puo´ notare a distanza e´come pur avendo archi sproporzionati risulta comunque armonico. Pare allucinazione anche camminarci sopra e percorrere i dossi, le convessita´e le concavita´che ci portano dal lato destro al sinistro del  fiume. In cima, forse per antico culto pagano, si affidavano incantesimi e malefici agli spiriti-guardiani delle acque sottostanti, si praticava divinazione osservando i mulinelli e i mini-vortici dall´alto. Cortecce incise, petali di fiori, gemme venivano consegnati come dono alle correnti per sviluppare le stregonerie richieste.

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Poco distante, sotto il monte PRATOFIORITO, vi e´ la chiesa di  San Cassiano di Controne, che pare sia stata costruita sui resti di un tempietto dedicato a Diana, dea della caccia e della selvaggina.  

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Si vedono vari simboli, tra cui spirali che riprendono il moto ondoso e le rapide del fiume, personaggi con le braccia alzate verso su ma a gettar fiori in alto come a voler unire cielo e terra, molti animali dalle grandi fauci.

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Sicilia-Messina- La BADIAZZA o Santa Maria Della Valle. La Simbologia della Spiga di Grano e PROSERPINA.

Nei pressi del quartiere di San Michele, vicino a cio´ che resta della fiumara, c´e´ la Chiesa-Fortezza Badiazza.

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La Chiesa, per la sua stessa posizione, attira con forza magnetica. Ubicata solitaria tra ciotoli e su strada scoscesa ruba la scena a tutto il resto. Un blocco unico che fronteggia lo scenario selvatico che la circonda.

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L´edifico, secondo alcuni, fu restaurato dai normanni ma in origine era un eremo bizantino.  Importante fu per secoli, infatti la strada che la costeggia univa Messina a Palermo in tempi remoti. Era luogo di frontiera.

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Fu chiamata anche Chiesa di Santa Maria della Scala perche´un quadro con la Madonna che indica i gradini per giungere in paradiso era esposto dentro la cappella, questo fu considerato particolarmente miracoloso dai reali che concessoro, alla Madre Badessa di graziare un condannato a morte ogni anno.

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Durante il regno di Federico II D´Aragona un fiera annuale di 15 giorni veniva allestita nella piazza adiacente alla Chiesa: prodotti locali e manufatti di artigianato venivano smerciati alle carovane di commercianti ed alla popolazione della contrada.

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La chiusura dell´edificio e la decadenza del monastero avvennero dopo il concilio di Trento, con la clausura obbligatoria delle suore. Da allora restauri di opinabile qualita´vennero svolti ma chiesa e struttura sono per lo piu´ abbandonate a se stesse. L´interno presenta capitelli con simboli di un cristianesimo ancora legato ai culti terragni delle popolazioni agricole. Rapaci notturni, spirali, spighe di grano son ben incisi sulle sommita´di alcune colonne.

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La Spiga, in araldica era usata proprio per testimoniare famiglie dalle abbondanti richezze dovute al lavoro ed al rispetto, il chicco di grano invece rappresenta colui che e´ stato miracolosamente salvato tra la folla. In contesto esoterico e religioso invece il grano e´la RINASCITA, l´arrivo della PRIMAVERA dopo l´invero ed e´ legato al culto di Proserpina, KORE.

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Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell’Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna fu regina degli Inferi. Dopo che la madre ebbe chiesto a Zeus di farla liberare, poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all’anno ancora con Plutone. Ecco l’alternarsi delle stagioni. La spiga di grano e´associato a lei.
Il seme ogni anno muore per rinascere a nuova vita salvando l’uomo dalla morte per fame.
Nella Bibbia, nei Vangeli questa pianta diventa simbolicamente alimento per l’anima.
Il pane ottenuto dal grano diventa il corpo stesso di Cristo.

 

Toscana-Lucca * Villa Marlia- Il padiglione del Dio Pan e l´Edera rampicante.

Il lucchese e´stracolmo di ville baronali e casolari nobiliari. Tutte presentano un giardino esteso per ettari ed ettari e un palazzo spesso privo di balconate ma con decine di finestre che affacciano su boscose aiuole. Le ville piu´grandi presentano piscine, ruscelli, pescherie. Villa Marlia e´la piu´ regale. Ci soggiorno´la sorella di Napoleone la quale fece costruire padiglioni secondari e fece allargare il parco. Non mi soffermo sulle dinastie o gli intrighi di famiglia ma su un particolare ben preciso della struttura.

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Elisa Bonaparte fece, ai tempi, popolare il giardino da daini e pecore e fece ergere il palazzo vescovile. La cosa curiosa e´che attiguo a questo, cattolica residenza, c´e´(e non fu mai ne modificata ne demolita), la grotta artificiale dedicata al Dio Pan.

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La consanguinea di Napoleone si affaccio´a studi di simbologia ed ai classici greci, del resto era una discreta mecenate che si attornio´di musicisti e teatranti, percio´il suo giardino ne rispecchia la mentalita´. La presenza di edera e´ovunque, su muri, pareti, scorrimano: essa era la pianta Dionisiaca per eccellenza, la sua resistenza rappresentava la tenacia o, al negativo le tentazioni che si ramificano nel cuore umano. Viene considerata protettrice degli innamorati che regalandosela si dichiarano fedelta´e attaccamento accorato.

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Il casolare-ninfeo, chiamato antro di Pan, ha una parte esterna quadrata con fontanella centrale, conchiglie e ciottoli. Una rosa dei venti sul soffitto e´ ben visibile sopra la fontana innanzi all´ingresso della grotta. Questa ha pianta circolare e tra volti e sagome di animali spicca centrale Pan con zoccoli e tratti ferini.

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tra il 600 e 700 e´spesso scolpito in luoghi del genere perche´essendo mediatore tra uomo e natura nei giardini la sua presenza diventa necessaria.  Volentieri massoni e confraternite lo inseriscono nei loro possedimenti terrieri insieme ad altri personaggi o emblemi per incrementare la suggestione dei loro parchi.

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Pan e´creatura biforme, meta´uomo meta´animale, le sue mani tengono strumento musicale e verga rappresentando cooncordia e discordia del cosmo e le zampe caprine son riferimento all´animale che con celerita´riesce a scalare vette in bilico su precipizi, metafora della condizione umana: l´uomo si arrampica durante la vita in terra per tornare poi gravitazionalmente ad essa morendo ed il ciclo riparte.

 

 

 

 

Sicilia-Scicli- Il Cristo di Burgos (Crocifisso con gonna) e la Madonna delle Milizie guerriera

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Scicli non e´da molto patrimonio Unesco. La cittadina, di ridotte dimensioni e seminascosta in una valle venne rivalutata inizi 2000. Prima era considerata seconda alle piu´grandi Modica, Noto e Ragusa. Scicli e´non solo caratteristica per i palazzi barocchi e le tante chiese, ma per via di viuzze e vialetti romantici e pittoreschi. In piu´Scicli e´preziosa perche´custodisce due rarita´: tra le case ricche di putti, tortiglioni e spirali baroccheggianti possiede, in due chiese diverse, due opere meravigliose.

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1-Il Cristo di Burgos nella chiesa di San Giovanni Evangelista.

2-La Madonna Amazzone nella chiesa Madre.

 

Il Cristo in gonna e´un dipinto dal fondo scuro dove il crocifisso indossa una lunga sottana merlettata bianca. Sotto i suoi piedi, sempre chiarissimo a contrasto con il resto, un uovo di struzzo.

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Ritrarre Gesu´in veste cardinalizia fa parte di una corrente artistica spagnola. Cio´che e´interessante e´che, come molti confermano ma non e´del tutto verificato, l´intenzione non e´coprire le nude ferite del Cristo o omaggiare il sacerdozio palesandone le vesti, ma, sapere che ruotando il quadro le braccia del Cristo formano la base di una coppa, la gonna proprio il SACRO GRAAL. Di qui tutta una serie di teorie affascinanti che si sommano al simbolo dell´uovo di struzzo.

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Esso e´considerato il piu´perfetto per la sua curvatura e consistenza. Ma cosa accomuna Gesu´all´uovo di questo preciso animale? Nel medioevo fecero un´associazione simbolica, poiche´lo stuzzo per far schiudere le uova usa il calore del proprio sangue, sempre con il sangue Cristo libero´tutti i credenti dal peccato riportandoli a nuova vita.

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La Madonna delle Milizie e´ la protettrice di Scicli. Fa strano vedere questa statua dove energicamente la Vergine sguaina la spada. La tradizione narra di come le genti di Scicli insieme ai normanni riuscirono a far retrocedere l´invasione saracena. Pregaro per avere appoggio divino e la Madonna apparve loro, secondo alcuni come guerriera in groppa ad un destriero, secondo altri su una nuvola luminosa. L´ultimo sabato di maggio vi e´la festa per celebrare la vittoria. Questa apparizione mariana ha connotati atipici poiche´raramente la piena di grazia appare armata. Si avvicina piu´ad una dea fornita di scudo di antico credo politeista greco o romano, Minerva o Atena ad esempio.

 

Provenza- Eygalieres- Il Giardino dell´Alchimista, i simboli della villa e le piante medicamentose. IL PERCORSO DEGLI ALCHIMISTI

Il sud della Francia e´terra di occultismo e magia come poche. Qui, si narra, giunse e mori´ Mariamaddalena, nacque Nostradamus, fondo´un paese uno dei re magi, streghe e stregoni abitarono i dintorni di Marsiglia. Se per streghe e stregoni si intendono gli erboristi ed alchimisti del passato cio´ha una logica: la Provenza grazie al suo clima favorisce il germogliare di erbe e spezie medicamentose. L´atmosfera stessa e´satura di profumi e fragranze. Pollini ed essenze colpiscono l´olfatto e danno vigore e lucidita´mentale (a chi non soffre di allergie ovviamente) . Un luogo dove l´aromaterapia e´nell´aria perennemente, trasportata dal vento e dalla brezza.

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A EYGALIERES c´e´il GIARDINO DELL´ALCHIMISTA. Uno dei piu´rinomati d´Europa poiche´non e´una classica meta turistica ma e´dimora di privati che si son attivati per riportarlo in auge. I coniugi DE LAROUZIERE infatti contattarono studiosi e chimici per ricreare il giardino-laboratorio quando, comprando la villa del 500, si accorsero che nelle sale vi erano simboli e statue che richiamavano concetti biblici, pagani, arcani.

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Dopo uno sguardo all´esterno del castello ed al pozzo si entra nel giardino, percorso iniziatico, attraverso un piccolo labirinto di siepi che formano giustoappunto la parola BERECHIT la prima della Bibbia.

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Gli alchimisti cercavano la pietra filosofale. Metafora per indicare non la formula per tramutare il piombo in oro ma il miglioramento di se´.  Questa ricerca e´ basata su tre percorsi, NERO-BIANCO-ROSSO. Il garden quindi si sviluppa con un sentiero ben preciso ricco di segnali astronomici e aritmetici, con cui un tempo gli alchimisti occultavano i loro progressi alle menti non degne. Dopo un orto di erbe e piante officinali,  in aiule con appositi cartellini di spiegazione, ci si addentra nel viottolo nero, dove fiori e arbusti scuri rappresentano la nascita, ovvero quando l´essere umano e´puro e grezzo al contempo.

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In seguito ci si addentra nella zona bianca, dove un vero mare di petali bianchi ci avvolge fino a disorientarci quasi: questo rappresenta il periodo dell´affettivita´e delle scelte.

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Ultimo stadio e´quello della saggezza e consapevolezza, il rosso. Un corridoio di flora bordoux ci fa giungere alla fontana a forma di stella a sei punte. La stella di Davide con cui si controlla e ci si protegge dal male in tutte le sue forme e si attrae il bene, in alcune teorie essa rappresenta la venuta del Messia ed e´conosciuta come stella dei re.

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