Sicilia- Il Fenomeno Fata Morgana dello Stretto.

Messina e Reggio Calabria sono 2 citta´che distano circa 3 km l´una dall´altra, 3 km di mare, 3 km  proprietari di alcune delle leggende piu´affascinanti della mitologia e della narrativa. Colapesce, Scilla e Cariddi sono solo alcune tra le piu´ famose.

stretto

Una leggenda pero´ha delle ripercussioni interessanti nel mondo fisico, materiale. L´individuo infatti puo´verificarlo se le condizioni metereologiche e climatiche lo permettono. Si tratta di un´illusione ottica, una forma di miraggio. Il FATAMORGANA. Quello di Messina rimane il piu´conosciuto ma lo stesso si manifesta in alcuni deserti e tundre. Oggetti e luoghi molto distanti appaiono incredibilmente vicini, come se un binocolo si fosse materializzato innanzi agli occhi. Per cui da barche, traghetti, o dalla costa opposta si vedono abitazioni, persone, strade e alberi ben delineati. Tra Sicilia e Calabria nonostante i 3 km. Poeti e letterati scrissero versi e racconti a riguardo, colpiti da tal fenomeno.

Costa da scilla

Il miraggio, dato da una particolare rifrazione della luce, regala queste immagini che si dileguano distorcendosi verticalmente specchiandosi sul mare. Le sagome si allungano, dando l´impressione di fluttuare per alcuni istanti in aria e la citta´diviene fiabesca con alti obelischi e pinnacoli. Alcuni dicono che, quando lo smog non compromette il tutto, si avverte l´odore di salsedine e vegetali piu´inteso del solito e fino in collina. Pare che la brezza e le onde cessino per qualche minuto.

costa calabra

Il nome del fenomeno deriva dalla maga Morgana, fata delle acque d´origine Bretone. Cosa fece lei in Sicilia? Esistono, in breve, due versioni.

1-              Ruggero I d’Altavilla fu vittima dell´incanto. Per indurlo a conquistare la Sicilia, con un colpo di bacchetta magica la Fata Morgana gliela fece apparire vicina. Il re normanno, sdegnato, rifiutò di prendere l’isola con l’inganno. E così, senza l’aiuto della Fata, impiegò trent’anni per conquistarla.

ganzirri da calabria

2-            Una mattina d´estate, durante le invasioni barbariche dopo avere attraversato tutta la penisola, i conquistatori approdarono sul litorale di Reggio Calabria e si trovarono davanti lo stretto. A pochi chilometri c´era la Sicilia  di cui si vedeva l’Etna, il re barbaro si chiedeva come fare a raggiungerla trovandosi sprovvisto di imbarcazioni . Inaspettatamente comparve una donna conturbante la quale offrì l’isola al conquistatore, e con un gesto la fece apparire a due passi da lui. Esultando il re barbaro balzò giù da cavallo e si gettò in acqua, sicuro di poter raggiungere l’isola con due bracciate, ma l’incanto si ruppe e il re affogò miseramente. Tutto infatti era un miraggio.

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SVIZZERA-LUCERNA- Il Monte Maledetto PILATUS e il LEONE MORENTE

Ci sono citta´che sprigionano un alone di mistero e magia. Perche´nei secoli fitte ragnatele di leggende, fiabe e storie sono state intessute sulle loro origini e sui loro monumenti. Lucerna e´ un esempio perfetto.

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Il nome stesso deriva dalla credenza che un Angelo Luminoso indico´ dove l´urbe dovesse essere edificata. Incorniciata tra i Monti ed il lago dei 4 Cantoni. Tutte le case ed i palazzi son affrescati con  protagonisti di leggende elvetiche, non mancano folletti, gnomi e, tra i simboli, creature fatate che richiamano la buonasorte.

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L´attrazione piu´ conosciuta e´ senza dubbio il ponte medievale in legno; KAPELLBRUCHKEL, meta turistica con un passato ricco di scheletri nell´armadio: Infatti spesso la morte, rappresentata come scheletro o teschio, e´ raffigurata nei riquadri che narrano la storia della citta´. La torretta ottagonale che nel bel mezzo del ponte si puo´visitare fu carcere e archivio segreto della citta´. Un cuore nel bel mezzo del fiume, tra le correnti.

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Lucerna, e tutta la Svizzera, e´ legata all´acqua ed e´devota a questo elemento, i ghiacciai, la neve i laghi e le cascate son signori incontrastati che caricano e scaricano energia a secondo delle stagioni. Dopo l´inverno che tutto assidera ed iberna, il sole primaverile scioglie i ghiacciai, i torrenti scavano le vallate e scorrono fin giu´nelle grotte. Fuoco & Acqua ciclicamente fanno sfoggio del loro potere. Dal ponte si ha una belle vista sul MONTE PILATUS, monte maledetto poiche´, si narra, PONZIO PILATO fu sepolto qui, anzi la sua anima giacerebbe sul fondo di un laghetto nei pressi della cima e durante le notti di tempesta si sentirebbe vociferare.  Per anni fu vietato far escursioni e trekking in zona, fino a quando personaggi come la regina Vittoria o il compositore Wagner non si avventurarono per far originali gite su questa affascinante montagna. La ferrovia piu´ardita del mondo e´quella che costeggia la vetta e  gira vertiginosamente sui precipizi del Pilatus, che sarebbe anche la tana di un Drago dai poteri taumaturgici.

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Una scultura degna di nota e´ il LEONE MORENTE di THORVALDSEN , lo sculture la dedico´ alle guardie svizzere morte durante la rivoluzione francese.

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Quest´opera fu aggettivata da M.Twain come la piu´”triste e commovente”  della storia. Ma perche´ proprio il leone? Non dimentichiamo che Thorvaldsen era un curioso esoterista infatti a Pisa, nel cimitero monumentale, c´e´ una sua opera, la tomba di Vacca´Berlinghieri il quale si dedico´, con il suo illustre circolo, a studi sull´occultismo. (Si puo´ leggere l´articolo TOSCANA- IL TEMPIO DI MINERVA MEDICA).

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II LEONE e´ simbolo di forza e dignita´, potenza e regalita´, nel MITRAISMO e nella BAGHAVADGITA  il divino e´ sempre correlato all´animale dalla folta criniera. In astrologia chi nasce sotto questo segno ha tutte le caratteristiche per diventare un buon leader e non dimentichiamo che “Riccardo cuor di leone” venne cosi sopranominato per coraggio e lealta´. In piu´ il leone e´animale del sud, tutte le popolazioni tribali e religioni arcaiche lo associano al Sole, esprime luminosita´e chiarezza. Non sembra un caso, quindi, che sia stato scelto dall´artista come soggetto per far un monumento ai caduti nella citta´ battezzata LUCERNA.

 

SICILIA- RAGUSA-CASTELLO DONNAFUGATA; I SUOI SIMBOLI E IL SUO LABIRINTO

Ci sono in Italia migliaia di castelli e residenze baronali intorno alla quale ruotano leggende e storie di intrighi. In Sicilia vantiamo la dimora “Donnafugata”, questa costruzione fu edificata dove prima, proprio in origine, vi era un caseggiato arabo. In principio il nome era “Fonte Della Salute” poiche´ vi erano acque che irrigavano naturalmente la zona.

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Il castello e´stato eretto in piu´fasi, esteso intorno ad esso vi e´il parco lussureggiante: anche questo e´stato ampliato nei secoli come la struttura stessa. Qualche cantastorie si e´dedicato ad amplificare il fascino della reggia narrando di fantasmi e storie d´amor proibiti nati tra le stanze ed il cortile della residenza. Bianca di Navarra durante le notti si manifesterebbe, l´ectoplasma cammina nei corridoi e quando non  c´e´ il suo spirito, a correre tra scalinate e  giardino c´e´il fantasma di Clementina Paterno´che cerco´ di fuggire dal castello per vivere con il suo amante ma fu scoperta, inseguita e ricondotta nel maniero.

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Corrado Arezzo, che eredito´ la proprieta´ fu colui che diede alla struttura un valore esoterico. Continui richiami a simboli e miti sono evidenti, non celati. Corrado Arezzo era nobile e intellettuale, si accosto´ all´occulto e durante i suoi gala´ stupiva gli ospiti con enigmi e test, non a caso fece realizzare il labirinto in pietra che occupa gran parte del giardino e la sala degli specchi dove le illusioni ottiche creano distorsione d´immagini. Fu lui a decidere come alcuni affreschi dovevano abbellire le sale con segni zodiacali, melograni e pavoni.

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Fu lui a far erigere un tempietto-gazebo con la volta stellata e fu sempre lui a decidere che statue di Ercole e Minerva dovevano essere posizionate all´ingresso. Fu ancora lui a voler che fosse scavato un minitunnel e a voler che gli alberi, secolari e dai rami contorti, in punti strategici ombreggiassero i vialetti.

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Il labirinto fu usato spesso dai nobili come gioco collettivo, per divertirsi durante le serate estive, ma non per questo deve essere svuotato del suo significato simbolico, perdersi per ritrovarsi. Superare il bivio, l´ostacolo e trovare il centro, il cuore, per ritornare all´uscita saggi e sapienti. Percorso iniziatico per eccellenza dal mito del Minotauro in poi.

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Il pavone invece e´animale che in epoca romana veniva cucinato durante i banchetti, in seguito i suoi mille occhi nel piumaggio rappresentarono l´onniscenza divina o ancor meglio il cosmo e lo spazio percio´in oriente fu ritenuto sacro. Furono coniate monete con incisa la sua sagoma e in Europa veniva regalato alle cortigiane perche´bellezza e vanita´erano associate e quindi ebbe valenza negativa, il potere seduttivo del male. Nel Burlesque spesso si usa indossare copricapi e ventagli con  piume di pavone che servono ad accarezzare e ammaliare.

CALABRIA-STAITI-LA CHIESATEMPIO DI TRIDETTI E LA SENSUALITA´ DELLE DONNE MEDITERRANEE NEGLI SCRITTI DI CESARE PAVESE

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La costa Jonica Calabrese fu territorio dove greci e saraceni fondarono colonie. Brancaleone e Staiti son ancora ricchi di testimonianze. Brancaleone superiore con le antiche viuzze e le pareti scavate dall´erosione presenta anche antiche cisterne d´ importanza notevole.

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Percorrendo la statale si giunge in una decina di minuti a Staiti dove la chiesa della MADONNA DEI TRIDETTI stupisce e ammalia. Solitaria sotto una collina ricoperta di ulivi appare seminascosta come in una fiaba gotica.

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Gli uomini calabresi son abili lupi di mare e  pescatori, gli avi di questi stessi uomini erano devoti al Dio Nettuno. I pesci e molluschi delle riviere calabre erano certezza di sopravvivenza anche per il piu´povero degli abitanti. E se la Dea Madre procurava frutta e verdura grazie al tiepido clima il Dio Del Mare garantiva la cacciaggione ittica.

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Si e´quasi certi che dove adesso c´e´ la  bellissima chiesa scoperchiata di TRIDETTI ci fosse un tempio dedicato al Dio.  Fu trovata in zona una moneta che lo raffigura nel gesto di puntare il tridente. I basiliani in seguito trasformarono il tempio in chiesa ma il nome ne svela l´origine, tridetti presumibilmente sta per tridente anche se altri studiosi affermano che deriva da tre-dita, il gesto con cui Cristo benedice l´umanita´.

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Una leggenda in piu´circola riguardo una statua del Dio Nettuno tappezzata di conchiglie e gemme che fu trafugata da Annibale durante la sua marcia.

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Cesare Pavese nei suoi scritti e carteggi, tra le righe, racconta la calabria come una regione dalle forti energie telluriche che si incontrano e scontrano con quelle marine, e di uomini e donne belli e sensuali come mezzidei. Concia, una delle protagoniste dei suoi libri, e´ una donna realmente esistita dalla sensualita´ dirompente, selvaggia e smaliziata al contempo. Descritta come serva che girava scalza e si arrampicava con destrezza animale sugli alberi per raccogliere frutta matura rimase esempio piu´ e piu´ volte ripreso da narratori per illustrare l´inconscia carica erotica delle donne mediterranee. Queste trasportavano sul capo le otri d´acqua ancheggiando e cio´non poteva che risultare  provocatorio se associato per di piu´alla simbologia dell´acqua come elemento legato alla fertilita´. Una donna quasi felina o lupa. Concetto che sviluppo´ anche Verga in una sua opera riguardo la donna del sud e la sua verace femminilita´.

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SICILIA- RAGUSA – LA CHIESA DI SAN GIORGIO ED I RESTI DI COCCODRILLO.

La Sicilia era un pezzo d´Africa e se a Siracusa si lavora il papiro non stupisce che nel ragusano potessero esserci coccodrilli. Evidentemente il clima e´favorevole ad entrambi.

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In Egitto il coccodrillo era considerato un animale Sacro. SOBEK aveva testa di coccodrillo e assicurava la fertilita´della zona del Nilo che con il suo Limo concimava la terra, la sua spietata voracita´lo rendeva comunque temibile. In seguito il coccodrillo, durante il medioevo, venne  associato al solo male. Fu sinonimo di Ipocrisia e lo chiamavano drago di terra. Affascinava le genti la sua forte corazza squamosa ma il suo strisciare nella melma e la sua aggressivita´letale gli diedero significato di dannazione. Un unguento si traeva dalle sue viscere per creare un belletto per donne e teatranti e cio´ rese l´animale ancora piu´colpevole di agevolare il lato “falso” e “artefatto” delle cose. Il male che si nasconde nei dettagli, il male che si traveste per sedurre gli innocenti. San Giorgio e´raffigurato nell´atto di uccidere il Drago per riaffermare verita´e giustizia.

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In Italia piu´chiese hanno, in bella mostra, appeso sul soffitto un coccodrillo imbalsamato in segno di resa del male nella casa di Dio. Come i coccodrilli arrivarono in Italia non si sa, si pensa importati dagli arabi, in Sicilia comunque sono molte le storie su questo rettile che avrebbe attaccato persone e animali, decimando pascoli e mandrie. A Palermo, nel rione del suo famoso mercato, un coccodrillo impagliato e´attrazione turistica ormai nota.

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La Chiesa di SAN GIORGIO a Ragusa,splendido e incantevole esempio di Barocco Siculo, prima del terremoto del 1693 era al confine est dell´abitato dove ancora e´presente il portale con la sua decorazione.

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Nel 700 fu trasferita dove si ergeva la chiesa di San Nicola e rimase vivo il culto di SAN GIORGIO, il 23 Aprile ogni anno un enorme coccodrillo meccanico viene trasportato in processione per ricordare l´eroico Santo che lo sconfisse.

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In Chiesa si suppone siano stati trasferiti anche le ossa ed i resti di questi animali che secoli prima avevano invaso le campagne Ragusane.

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SARDEGNA-DORGALI- I SACRIFICI UMANI E LA GROTTA di ISPINIGOLI

Non mi dilungo su quanto la Sardegna sia piu´che un´isola un continente a se. I suoi riti, la sua storia son singolari, inediti, percio´il ripercorrere alcune loro ancestrali tradizioni (a volte importate da fenici o da altri colonizzatori) e sopravvisute a lungo torna utile al fine di conoscere questa terra un po´meglio. Molta documentazione attesta che la pratica di sacrifici umani era usuale. Di due tipologie: Il GERONTICIDIO e L´IMMOLAZIONE DELLE VERGINI. La grotta di ISPINIGOLI e´ un luogo dell´isola dove i pastori trascorrevano le notti per far riposare il gregge ma dove gli archeologi fecero importantissime scoperte per quanto concerne l´immolazione delle fanciulle in eta´arcaica, probabilmente nuragica.

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Il primo-GERONTICIDIO- si verificava quando un capo tribu´o un personaggio influente superata una certa eta´doveva essere sacrificato. In questo modo le sue energie e la sua sapienza venivano trasmesse a colui che compiva il rito, la maggioranza delle volte il figlio maggiore. Infatti, all´opposto, morendo di morte naturale la saggezza e la consapevolezza del vecchio sarebbero svanite, andate perdute. Si dice che il termine SORRISO SARDONICO derivi da queste esperienze. Colui che veniva sacrificato e il suo “boia” dovevano prima inghiottire un intruglio composto dalla macerazione delle foglie di una pianta tossica facilmente reperibile nel SUPRAMONTE sardo, (una pozione che stirava i lineamenti in un grottesco sorriso che ironizzava sulla vita e sulla morte), dopo i due dovevano risalire la montagna e il giovane tramortito l´anziano lo spingeva nel dirupo. L´erba in questione si crede sia la OEMANTHE CROCATA (fonte: Sardegna esoterica-Gianmichele Lisai-edizioni Newton)

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Il secondo rituale-IMMOLAZIONE DELLE VERGINI- era di tipo propiziatorio, le vittime erano giovinette in puberta´o adolescenti (le ossa e i gioielli ritrovati son testimonianza di questo). La GROTTA DI ISPINIGOLI o ABISSO DELLE VERGINI era il luogo ideale. E´ una cavita´ profonda una quarantina di metri con una stalagmite di 38 metri che per le popolazioni primitive sicuramente rappresentava una divinita´ o il simbolo fallico nell´atto di fecondare la Madre Terra. Non sconvolge se si immaginano questi individui nell´atto di scoprire, magari facendosi luce con una torcia rudimentale, questa pozzo umido con questa monolitica colonna centrale.

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Le ragazze, e si pensa anche le adultere, dopo una cerimonia nella quale venivano ingioiellate, si incamminavano con il seguito della tribu´ fin all´interno della gola e spinte nella voragine buia. Il loro urlo riecheggiando doveva confermare la riuscita del rito. Altri credono che venissero calate con una fune e lasciate a morir di fame e di sete. Questo si suppone perche´gli scheletri ritrovati non sempre hanno presentato ossa rotte. Il museo di Dorgali contiene svariati reperti.

 

 

SICILIA-MESSINA- SANTA EUSTOCHIA- I MIRACOLI E LE TORTURE DEMONIACHE

Si dice che fu musa di ANTONELLO DA MESSINA e ritratta nel suo quadro “L´ Annunziata”

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Esmeralda Calafato nacque nel marzo 1434, non era di umili origini e la sua bellezza interiore ed esteriore la contradistinsero dalla maggioranza delle sue coetanee. La famiglia cerco´ di spingerla verso nozze vantaggiose ma ella si oppose dichiarando la sua vocazione.

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Si narra che le forze del male sotto mentite vesti la torturassero per farle cambiare il suo percorso talare, subi´notturne percussioni mentre di giorno fu spinta piu´volte contro rami di fichi d´india per sfigurarla e, vicenda testimoniata, sue conoscenti di malvagio carattere tramarono per terrorizzarla e non farla arrivare in se´alle funzioni in Chiesa.

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Ella, tenace e fiduciosa, riusci´ad entrare nell´ordine delle Clarisse, monache di clausura. Il suo sogno di creare un monastero in Messina dopo mille peripezie si realizzo´e fondo´ quello di “Montevergine”. 

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Anche in questa sede fu presa di mira dalla potenza demoniaca che le inflisse pene che la sfinirono, ma mai si arrese, anzi combatte´con la preghiera e attuo´ piu´ di un esorcismo su giovani donne indiavolate. Una ragazza di San Filippo, paese vicino Messina, fu liberara con il gesto del segno della croce ripetuto piu´volte dalla Suora. Curo´ infermi e paralitici e questi vennero classificati come miracoli.

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Dopo morta Suor Eustochia, cosi fu rinominata allorquando prese i voti, continuo´ a curare i malati poiche´ incredibilmente la sua salma non subiva deterioramenti e secernava rivoli di sangue medicamentoso dalle narici; tutt´oggi si sa che unghie e capelli della santa ricrescono e che una volta l´anno le consorelle provvedono ad accorciarle. Spesso il suo fantasma viene intravisto o udito nel monastero e si crede che prima che un lutto si verifichi all´interno delle mura ella mandi dei segnali. Rumori rindondanti nelle ore del crepuscolo.

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Il monastero di Montevergine del resto e´una struttura che fu piu´volte restaurata a causa del terremoto del 1908 e a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale a cui miracolosamente scampo´. Nella scalinata interna si trova indicato il luogo preciso in cui una bomba del raid del maggio 1943 colpi´ la struttura senza apportare danni.

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Ulteriore miracolo di Esmeralda? Vogliamo crederlo e nel 1988 Papa Giovanni XXIII la canonizzo´con una cerimonia che commosse il mondo intero e chiamandola “la nostra santa in piedi” poiche´e´ una delle poche ad essere esposta in verticale e non in orizzontale, in posizione dormiente.

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Commovente fu anche l´amicizia e complicita´ che lego´ Suor Eustochia a Suor Maria Fedele, le due condivisero una vita di spiritualita´e preghiera e si supportarono con affetto´, tant´e´che la salma della monaca e´ in una teca poco distante da quello della sua migliore amica.

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PUGLIA – Patu´- CENTOPIETRE e le sue 100 leggende

Vereto fu citta´Messapica importante in quanto poco distante dal mare, il suo porto (Porto San Gregorio) fu prosperoso e dai suoi moli partirono flotte per commerciare con la Magna Grecia e le terre orientali. I Saraceni assediarono e distrussero Vereto nel IX sec; anni dopo Patu´e altri centri limitrofi furono fondati. Il nome Patu´deriverebbe dal termine greco PATHOS (emozione-sofferenza). Ed e´vero che il paesino emoziona il turista ma le leggende locali son popolate da personaggi sofferenti.

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Un monumento singolare e non in cattive condizioni che merita attenzione viene chiamato 100 pietre: son proprio 100 massi regolari a comporlo. Piu´ storie ruotano intorno a questo.

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La versione maggiormente accreditata sostiene che fosse la tomba del milite Geminiano, che fu mandato come ambasciatore a contrattare con l´esercio saraceno, ma il valoroso soldato fu ucciso, la guerra in seguito ci fu e termino´con la vittoria dei Cristiani la notte di San Giovanni: infatti una chiesetta in stile romanico fu edificata esattamente difronte al funereo 100 pietre, tomba di Geminiano.

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Sui suoi muri furono dipinti santi e personaggi biblici ma poco rimane a causa dell´umidita´ e dell´incuria, fa comunque dedurre che in un secondo tempo da sepolcro divento´luogo di culto. La forma della costruzione ricorda le tende da campo delle milizie francesi che, di fatto, in quella occasione aiutarono a sconfiggere i mori.

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Altre intriganti ipotesi arricchiscono il sito in questione. Ad esempio quella riguardo il numero delle pietre. Perche´ proprio un centinaio? Cosa simboleggiano? Si narra che una vergine preferi´morire pugnalata 100 volte piuttosto che diventar bottino di guerra dei saraceni. E cosi´nel costruire il mausoleo le fecero omaggio. Altra diceria e´che solo un gruppo di donne, energiche e poco arrendevoli del Salento, trasportarono tutti i pesanti blocchi dalla collina di Vereto fino al sepolcro, per ricordare figli, mariti e conoscenti vittime del massacro. Un monumento ai caduti di remota epoca.

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Provenza – Villefranche sur mer- La Chiesa di St Pierre ed i disegni esoterici di Cocteau + la Statua della Madonna Nera alta 11 metri.

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La Costa Azzurra e´spiagge, e´ mare, ma anche citta´e paesi dove, chi sa ben guardare e ben cercare, trova riferimenti ad esoterismo e occulto continui.  La Francia del sud con la sua splendida atmosfera fu da sempre territorio religiosamente in primo piano, si pensi ad Avignone ed il suo splendido palazzo dei Papi, alla forte presenza Templare a Rennes le Chateau, alle sanguinose guerre  avvenute nei suoi borghi contro eresie nascenti. VILLEFRANCHE e´ una localita´ meravigliosa in un golfo con splendide casette colorate e un molo colmo di barchette pluricromatiche ormeggiate. Suggestivo. Fu frequentato per lunghi periodi da Picasso, Cocteau, Liz Taylor, Winston Churchill, Modigliani.

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Cocteau, pensatore ed occultista vivace, dimoro´ all´HOTEL WELCOME: questo era un´ antichissima Abbazia con cimitero annesso, (alcuni dicono di aver visto fantasmi aggirarsi nella RUE OBSCURE, via che dietro l´albergo taglia in due il paese, ha un  tetto a volta e  l´ombroso ambiente e´ molto impressionante).

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Innanzi alla pensione c´e´ una statua, il busto di Cocteau; egli osserva la baia e la Chiesetta di ST PIERRE fiore all´occhiello dei monumenti provenzali da lui internamente dipinta.

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“Quando apro la mia finestra la cappella Saint Pierre ammicca con i suoi candelabri usciti dall’Apocalisse” Jean Cocteau

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Cocteau fu uomo senza pace, alla continua ricerca di se stesso e di verita´assolute. Fu attore e regista, fu Gran Maestro Massonico, del Priorato di Sion, o comunque il suo nome risulta tra questi. Restaurando la Chiesina gli diede l´aspetto di una sala-cerimoniale rigurgitante di simbolismo settario. I candelabri della porta dell´Apocalisse, triangoli, angeli caduti, pescatori di uomini e pesci ubriacano alla vista.

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interno

Nel paese accanto, Cap Ferrat, si trova invece una delle statue di Madonna Nera con Bambino piu´alte al mondo. 11 metri. Mastodontica. Fincheggia la Chiesa di SAINT HOSPICE.

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La zona era anticamente fortemente legata al culto della Dea Madre a cui le Madonne Nere son indiscutibilmente associate.  Lo scultore italiano VOLTI promosse la zona per palesare la sua arte tutta indirizzata a modellare nudi femminili come MADRE TERRA e FERTILITA´. Il museo e le strade son popolate da queste figure bronzee o in pietra.

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Toscana – Montefoscoli – Tempio Minerva Medica, tra massoneria ed esperimenti chirurgici, il dott. Frankenstein toscano

Andando verso Palaia e lasciandosi Montefoscoli alle spalle si raggiunge l´area del tempio di Minerva Medica, gioiello di architettura filosofica (come definita da Giovanni Ranieri Fascetti autore del libro – Sigillum Salomonis, simbolica esoterica del tempio di Minerva Medica a Montefoscoli – da cui, preciso, ho tratto numerosi approfondimenti). La costruzione di questo tempio fu voluta dalla famiglia Vacca´- Berlinghieri che dal 1730 porto´ nella zona cultura e finezza intellettuale. Il medico Francesco e il figlio Andrea si distinsero per arguzia e sensibilita´abbracciando, e divulgando, le idee illuministe francesi. Le fecero scorrere, massonicamente e segretamente, di loggia in loggia.

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Si pensi che il loro gotha era formato e animato da Percy Shelly e la moglie Mary,  Lord Byron, Madame de Stael ma anche da Manzoni, Mazzini, Guglielmo Pepe. A rendere il posto orrorifico regna il sospetto che sotto il tempio ci sia una sala bunker dove Andrea praticava assemblaggi tra parti di cadaveri per sperimentare le teorie descritte nel Frankenstein dalla sua amica Mary Shelly. E´ noto che il prestigioso medico era anche abile chirurgo e costruisse di propria mano strumenti operatori di gran precisione. Questa rimane comunque una leggenda inquietante, invece, di certo c´e´ il tempio con le sue simbologie.

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Una piccola e sacra edicola da´ il benvenuto al visitatore, ed e´anche segnale per individuare il sentiero che conduce alla costruzione. Questa edicola e´insieme di forme di stampo alchemico: tre pilastri su un corpo triangolare sostengono una struttura a piramide con sopra tre croci. Il reiterarsi del numero tre e´evidente. Il numero 3 e´di gran valore sia per la chiesa che per la massoneria, per non parlare della piramide e del triangolo che con il loro vertice puntato verso l´alto connettono cielo e terra e fanno riferimento all´uomo che puo´accrescere le proprie facolta´e potenzialita´. 

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I Vacca´- Berlinghieri vollero con questa prima struttura dar l´impronta giusta, marchiare il posto. Dopo 300 metri circa si vede, tra gli alberi, il bel tempio realizzato in cotto. Sottolineo questo poiche´ e´materiale che unisce in se i 4 elementi – terra –aria- fuoco- acqua, divenendo impasto edile carico di senso e celebrativo.

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E´orientato verso la Stella Polare, ha la pianta ricalcata su quella del Pantheon di Roma, possiede un foro-occhio che si apre al centro del triangolo del timpano. Scelte non casuali ma volute: il Pantheon, dove le varie divinita´venivano venerate e´ un riferimento all´idea massonica che uomini di diverso sapere riunendosi collegialmente e collaborando possono evolversi e far evolvere, progredire. Il volto radioso e raggiante della Dea e´ presente accanto alla dedica posta sull´ingresso.

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La facciata e´mirabile, 5 gradini che rappresentano i cinque sensi conducono al portone dove picchiotti in bronzo sono modellati a forma di serpente che si mangia la coda: il serpente e´ simbolo di guarigione per la sua facolta´ di  rigenerarsi oltre che, nascondendosi nelle viscere della terra in inverno per rispuntare in primavera, richiama le stagioni e la loro ciclicita´.

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Dietro il colonnato vediamo scolpita la civetta sopra un ramo d´ulivo,  animale sacro alla Dea per il suo potere di vista notturna che svela l´occultato.

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All´estermita´ il viso di Medusa vigila, e forse intimorisce, il visitatore ignorante giunto fino a qui, (Perseo quando la decapito´ne regalo´la testa a Minerva che la inseri´nel suo scudo).

N.B- Organizzano visite notturne all´interno del tempio periodicamente, altrimenti si puo´comunque osservarlo esternamente.

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